Grano tenero, scambi ancora limitati
Italia
Situazione di mercato improntata alla cautela con domanda e offerta che, terminata la raccolta, osservano come evolvono produzioni, consumi e disponibilità sia a livello europeo sia globale. Il responso dalla trebbiatura ha confermato un calo di rese/ha, con caratteristiche merceologiche (peso e proteina) e reologiche (Chopin e Brabender) della granella difformi da zona a zona. In regime di scambi ancora limitati, ma attesi di ritornare a regime, a causa di residue incertezze le quotazioni danno segnali differenti con Milano al ribasso e Bologna invariato. I grani di forza “tipo Bologna” si confermano sui 410-415 €/t partenza con la seconda e terza classe che mantengono lo spread di 45 €/t e 55 €/t; Comunitari allineanti al nazionale ed esteri che si mantengono sui livelli della scorsa settimana.
Europa
La settimana ha quotato un miglioramento delle prospettive di raccolto in Francia, dove la qualità migliora con il progredire della trebbiatura. Da sottolineare anche il ritorno delle aste dell’Egitto a ridare vitalità ai prezzi sulle piazze francesi, nell'ambito delle quali si originerà la maggior parte dei volumi aggiudicati. Comincia timidamente l’offerta sia locale che intra-Ue, con i produttori titubanti sul prendere posizione; i commercianti applicano la strategia di vendita “back-to-back” non azzardando vendite allo scoperto. Dal fronte della qualità i primi dati diffusi parlano di buone caratteristiche merceologiche e molitorie, favorite anche dal clima favorevole delle ultime settimane, che è atteso restare stabile anche nel prosieguo della raccolta. Sulla piazza di Parigi (Euronext) le quotazioni sono da mercato inverso, influenzate da stagflazione e in prospettiva dalla maggiore pressione commerciale dalla Russia a scapito dell’esportazione europea su Nord Africa e Cina. Su Euronext il Settembre a 351 €/t e il Dicembre 335 €/t, con il Fob sui 347 €/t.
Mondo
Si contrappongono la stima di un ampio raccolto (record?) in Russia, il prosieguo senza problemi per gli “spring” Nordamericani e il ritorno delle aste di acquisto dal Sud del Mediterraneo (finora in gran parte vinte da Francia e Russia). Si tranquillizza il mercato delle “proteine” in Usa, grazie a un buon raccolto di grani panificabili vernini, e la revisione al ribasso, o meglio al minore aumento, della domanda asiatica e, probabilmente, “globale” a causa della probabile recessione. Componendo con queste tessere il puzzle del mercato di breve periodo, le quotazioni si mantengono al tendenziale ribasso con volatilità giornaliera anche ampia in magnitudo, a causa del riposizionamento degli investitori sul Cbot e altre borse a termine. Prezzi: l’Argentino “pane” a 423 $/t, l’Australiano Soft White a 385 $/t, il DNS Pacifico a 402 $/t, il “milling” Russo a 368 $/t.
Grano duro, rischio di stallo
Italia
Si continua a materializzare una situazione di contrapposizione tra la realtà italiana ed europea (rese/ha mediamente più basse del 20% sul 2021) e quella nordamericana (promettente in rese/ha e produzione 2022, doppie rispetto al pessimo 2021). I cali dei prezzi frenano la volontà sia dei detentori di vendere sia degli stoccatori a riconoscere il valore odierno in assenza di adeguata domanda; si delinea una possibile situazione di stallo. Il raccolto è rivisto da fonti statistiche pubbliche e private sui 3,4-3,5 mio/t, mentre i volumi d’importazione restano legati all’incertezza sui consumi di campagna 2022/23. Sulle Borse permane la tendenza ribassista, più marcata su Milano (meno 15 €/t) che su Bologna (meno 5 €/t), con il Sud che nelle ultime due settimane scende di un 50 €/t. Il “Fino” origine Centro arrivo Nord vale un sui 510 €/t, mentre al Sud si registrano scambi attorno ai 515 e 525 €/t reso destino; Comunitari sempre in calo ed esteri in attesa.
Europa
Le notizie dal Centro Europa confermano produzioni inferiori alle attese a causa della siccità che ha colpito, oltre a Spagna, Grecia e Italia, anche Francia e Ungheria, con bassi pesi specifici; la raccolta complessiva europea potrebbe non raggiungere i 7 mio/t con un deficit di campagna di oltre 2,5 mio/t. I molini hanno un buon livello di scorte e accordi legati alle Borse locali, ma gli scambi intra-Ue saranno inferiori con necessità di attingere dal Nord America a partire da Settembre. Quotazioni al ribasso per l’attesa di maggiore aggressività in prezzo del Canada, ma la situazione è tutt’altro che definitiva. Il “tipo Fino” Spagnolo sui 520 €/t FOB, con il Francese “milling” reso Fob Mediterraneo sui 475 €/t.
Mondo
Le prospettive di produzione in Nordamerica sono seguite con massima attenzione dal mercato, che a seconda dell’esito dei raccolti in Usa e soprattutto in Canada potrebbe ritrovare (o meno) adeguata disponibilità dal prossimo settembre. A oggi i progressi agronomici sono nella media, con temperature elevate ma anche sporadiche precipitazioni e temperature notturne che consentono al grano di mantenersi in buone condizioni. Offerta che con il passare delle settimane comincia a premere, ma che non trova adeguata domanda; gli utilizzatori attendono che si stabilizzino i prezzi prima di prendere ulteriori posizioni sul nuovo raccolto. Il “duro molitorio” con specifiche “grado 3 or better” è atteso posizionarsi sui 520 $/t arrivo porto Mediterraneo.
Mais, la siccità alza i prezzi
Italia
Nonostante un buon livello di copertura dei trasformatori (grazie all’ormai pratica comune di acquistare costantemente a “futuro” di 9-12 mesi con prezzi legati alle borse a termine) la situazione Italia peggiora costantemente a causa dell’assenza di precipitazioni e danni ormai irreversibili in molte aree produttive; la siccità introduce anche il rischio tossinico per quanto arriverà alla raccolta. Con tali prospettive critiche, la reazione dei mercati è stata forte e le quotazioni hanno preso un primo incremento di 10-15 €/t. Stante l’impossibilità di importare da origini “Ogm”, il mercato potenziale per i nostri utilizzatori resta limitato all’Ucraina e al Sudamerica, ma con maggiore concorrenza all’acquisto da Asia e Spagna. Con chiari segni di attesa da entrambe le parti commerciali, il mais “con caratteristiche” si riposiziona sui 375 €/t (+17) su Bologna e 370 €/t su Milano (+10); “generico” a sconto di 2 €/t, Comunitari in rialzo speculare all’Italia ed esteri in ripresa.
Europa
L’evoluzione climatica resta il fattore cruciale. In caso di forte contrazione nel raccolto comunitario, la pressione all’acquisto dell’Europa sul mercato mondiale potrebbe tornare sui 20 mio/t (il massimo dell’ultimo decennio fu 23 mio/t nel 2018/19); la distanza è breve stante le ultime previsioni di import di campagna già sui 18 mio/t e notizie poco rassicuranti dal Centro Europa (dalla Francia all’Ungheria) sullo stato vegetativo delle colture. Raccolto 2022 tuttora indicato sui 65 mio/t, ma passibile di correzione al ribasso nelle prossime settimane se la situazione idrica non migliorasse. Paesi con la Spagna orientano la domanda al Sudamerica, mentre Italia e Grecia alla “ipotesi” Mar Nero: nave o camion. Quotazioni che in due settimane recuperano un 40 €/t con Parigi Euronext che quota il nuovo raccolto sui 320 €/t, mentre il fisico “pronto” reso Fob Bordeaux vale un 340 €/t.
Mondo
Il “fondamentale” della produzione migliora leggermente con l’arrivo delle piogge nel Midwest americano e il progredire della raccolta in Argentina e Brasile (secondo raccolto). Le attese degli operatori si riflettono sul mercato che vede un buon livello di scambi ma una sostanziale tenuta dei prezzi; gli echi dell’Ucraina e di un minore raccolto europeo sono al momento compensati dalle stime al rialzo per le Americhe e dalla latente recessione economica con riflessi sui settori zootecnico e delle bio-energie. Il Cbot è ormai tornato a livelli “pre-conflitto” e questo facilita gli scambi e le esecuzioni degli accordi in essere. Prezzi Fob: l’Usa a 308 $/t, l’Ucraino NQ, l’Argentino 269 $/t, il Brasiliano a 268 $/t.
Soia stabile, altri ribassi per la colza
Italia
Cereali Foraggeri: il panorama commerciale non presenta particolari stimoli o tensioni se non (l’atteso) l’effetto trasversale del mais. Scambi nella media per orzi (invariati sui 320-325 €/t) e tenero (in ripresa di un 5 €/t a 350-365 €/t); il sorgo resta NQ anche per la perdurante siccità. Oleaginose: la soia nazionale si allinea al Nord sui 645 €/t arrivo con cali su Ager (meno 17 €/t) e incrementi sulla Granaria (più 5 €/t); l’estera vale un 10-20 €/t in più della nazionale in un contesto internazionale in continua evoluzione.
Europa
Cereali foraggeri: mercato che sconta una buona produzione di grano e orzi ma una richiesta locale cauta nel coprire oltre il breve periodo; la domanda dai porti di orzo è in calo per l’assenza della controparte cinese. Quotazioni dei teneri più tenute, mentre gli orzi cedono terreno. Oleaginose: non si inverte la congiuntura ribassista della colza, negativamente influenzata da un contesto globale di maggiore offerta di oleaginose e di palma, con il petrolio volatile e l’euro in lieve ripresa. La colza francese Fob Rouen scende a 640 €/t, con il “future” Novembre di Parigi sui 630 €/t; il girasole “oleico” francese 2022 in ribasso sui 650 €/t reso S. Nazaire.
Mondo
Cereali Foraggeri: la domanda asiatica resta esitante e l’ombra della recessione si allunga su un contesto produttivo globale in graduale miglioramento e un’attività di scambio che ha metabolizzato il conflitto russo-ucraino. La supply-demand resta critica, ma è l’incertezza sui consumi a bilanciare (nelle quotazioni) le esigue scorte iniziali il dubbio sulla strategia commerciale della Russia. Orzo Fob Mar Nero sui 315 $/t, l’Australiano a 351 $/t; il grano SRW Fob Golfo a 330 $/t e l’Ucraino NQ. Oleaginose: il calo delle superfici in Usa ed il clima secco sono stati fattori rialzisti, ma è il calo negli scambi e la pressione dell’offerta Sudamericana a dettare la tendenza; per il 2022/23 ci si attende un generale incremento delle produzioni. Debole la canola (colza) per il miglioramento climatico in Canada. Prezzi Fob: la soia Usa a 611 $/t, la Brasiliana a 592 $/t e l’Argentina a 586 $/t; la colza Canadese a 725 $/t.