Apertura con prezzi in rialzo di oltre dieci punti percentuali rispetto a un anno fa per la soia italiana. I primi riscontri sui valori di scambio del nuovo raccolto nazionale confermano dunque l’attuale andamento al rialzo che si sta registrando sul mercato internazionale da agosto, guidato dagli acquisti della Cina sui mercati esteri, Stati Uniti in primis. Gli ulteriori aumenti osservati per i semi e per la farina di soia nei listini delle Camere di Commercio e delle Borse merci nazionali hanno fornito sostegno al comparto delle farine proteiche, colza in particolare.
Segno più anche per i semi e per la farina di girasole. Anche per via della ridotta disponibilità di merce sul mercato e dei rialzi registrati per le quotazioni dei semi di girasole nell’area del Mar Nero. Tra i cereali foraggeri, nuovo aumento, il quarto consecutivo, ha interessato i listini degli orzi nazionali. Così i prezzi si sono riportati in linea con i valori che si registravano nel 2019.
Soia nazionale, raccolto abbondante
Alla Borsa merci di Bologna le quotazioni d’esordio dei semi di soia nazionale si sono attestate su 372-376 €/t franco partenza. Più alte del 12,1% rispetto alla prima quotazione di un ano fa. Positive anche le attese sul fronte produttivo, nonostante qualche problema legato al maltempo e agli attacchi di cimice asiatica in alcuni areali lombardi. Le stime diffuse la scorsa settimana dal Coceral, l’associazione degli operatori del commercio europeo di seminativi, indicano per l’Italia un raccolto vicino a 1,2 milioni di tonnellate, in crescita di quasi 200mila tonnellate rispetto al 2019. Tornando all’analisi dei listini, è proseguita la corsa della soia di provenienza estera, giunta a toccare i 381-383 €/t (franco arrivo) alla Borsa merci di Bologna (+7 €/t rispetto alla settimana precedente).
I prezzi attuali sono più alti del 10,4% rispetto ad un anno fa. Oltreoceano, si è registrato un parziale ripiegamento per le quotazioni dei future della soia alla Borsa di Chicago, tornate a ridosso della soglia dei 10 dollari per bushel (pari a circa 317 €/t). A rallentare la corsa dei prezzi è stato un insieme di cause, tra cui va citato l’aumento del dollaro e le prospettive di un netto incremento delle superfici coltivate in Brasile.
Farine tutte con il segno più
Volgendo lo sguardo al mercato agli altri semi oleosi, rialzi si sono rilevati anche per i semi di girasole scambiati alla Borsa merci di Bologna, cresciuti di 5 €/t ed attestati sui 340-345 €/t (franco arrivo), in linea con i valori di dodici mesi fa. A conferma di un mercato del girasole attraversato da tensioni al rialzo, segno “più” anche per la farina proteica di girasole: alla Borsa merci di Torino i prezzi hanno raggiunto i 284-286 €/t (franco arrivo). L’ulteriore rialzo – il quarto consecutivo – porta i prezzi attuali più in alto del 16,6% rispetto allo scorso anno. E aumento si è registrato per i prezzi all’ingrosso della farina di colza, che alla Granaria di Milano si sono portati sui 254-257 €/t (franco arrivo), 4 €/t in più rispetto a sette giorni prima. Si conferma positivo il confronto con la scorsa annata, pari ad un +9,4%.
Rialzi anche per orzi e frumento
Nel comparto dei cereali foraggeri, prosegue la lenta ma costante salita degli orzi nazionali e comunitari, sostenuti dai rincari che si sono rilevati per i frumenti ad uso zootecnico. Alla Borsa merci di Roma l’orzo pesante ha guadagnato altri 2 €/t portandosi sui 153-157 €/t (franco partenza). Come detto, prezzi in aumento per il frumento foraggero (+3 €/t alla Borsa merci di Bologna), in linea con la tendenza osservata sul mercato comunitario.
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