Torna il segno “più” nei listini della soia rilevati nelle principali Borse merci nazionali, sostenuti dalle tensioni che sono tornate a manifestarsi nel mercato internazionale. Nonostante le piogge delle scorse settimane, permangono infatti timori che il deficit idrico possa impattare negativamente sui raccolti sudamericani, Brasile in primis. A ciò si aggiungono i ritardi nelle semine in Argentina e gli acquisti speculativi dei fondi sulle principali borse internazionali.
In particolare, alla Borsa di Chicago le quotazioni della soia hanno ampiamente superato la soglia dei 12 $/bushel (pari a 366 €/t), riportandosi sui massimi degli ultimi sei anni. L’anno si chiude invece mostrando segnali di staticità per i principali cereali foraggeri. La terza settimana di dicembre ha mostrato sia per l’orzo che per il sorgo e il grano tenero nazionali una conferma dei valori registrati nella settimana precedente.
Soia, in un anno la nazionale ha guadagnato il 24%
La penultima settimana dell’anno ha visto tornare in leggero rialzo i prezzi dei semi di soia quotati in Italia. Alla Borsa merci di Bologna la soia di origine nazionale è salita sui 430-434 €/t (franco partenza), 2 €/t in più rispetto a sette giorni prima, mentre la soia ogm di provenienza estera ha guadagnato 3 €/t, salendo sui 432-434 €/t (franco arrivo). L’anno si chiude con prezzi in forte crescita rispetto al 2019, con un +24% per la soia nazionale ed un +20% per la soia di provenienza estera. Aumenti che, come detto, sono avvenuti sulla scia della ripresa osservata per i prezzi internazionali.
Le quotazioni della soia argentina si sono riportate a ridosso dei 500 $/t (494 $/t, +8 $/t su base settimanale, prezzo fob Up River), mettendo a segno un rincaro superiore al 30% rispetto allo scorso anno (elaborazione Bmti su dati Commissione europea). Dopo la flessione di inizio dicembre, sono tornate in aumento anche le quotazioni della soia brasiliana, salite sui 475 $/t (prezzo fob Paranagua) ma ancora lontane dai picchi di oltre 520 $/t di fine novembre. La crescita rispetto al 2019 si attesta attualmente su un +30%.
Farine col freno tirato
Nel mercato nazionale della farina di girasole prosegue l’andamento opposto tra il prodotto proteico, in calo (-3 €/t alla Borsa merci di Torino, 337-339 €/t, franco arrivo) per l’arrivo di merce estera, e il prodotto convenzionale, che, complice la ridotta disponibilità, ha messo a segno un ulteriore aumento (+3 €/t alla Borsa merci di Torino, 286-291 €/t, franco arrivo). Il 2020 si avvia a chiudersi con un forte rincaro rispetto al 2019, in particolare per la farina convenzionale (+47,6%).
Dopo i rincari delle settimane precedenti, il mercato nazionale della farina di colza ha assunto un andamento maggiormente stabile nella terza settimana di dicembre. Alla Borsa merci di Bologna i prezzi all’ingrosso si sono confermati sulla soglia dei 315 €/t (franco arrivo), un livello che rimane comunque più elevato di oltre il 25% rispetto ad un anno fa.
Stabili orzo e grano tenero da foraggio
Tra i cereali foraggeri, è prevalsa ancora stabilità per i prezzi del grano tenero, fermi sui 222-233 €/t alla Borsa merci di Bologna ma sempre in netta crescita rispetto alla scorsa annata (+12%). Stabilità in chiusura d’anno anche per gli orzi nazionali, invariati sulla soglia dei 190 €/t (188-191 €/t alla Borsa merci di Bologna, franco arrivo). Anche in questo caso il confronto anno su anno rimane positivo (+8%). Volgendo lo sguardo alla prossima annata, secondo le stime diffuse dal Coceral, le superfici coltivate ad orzo in Italia dovrebbero rimanere in linea con il 2020, stabili sui 250mila ettari. L’associazione del commercio europeo di cereali e semi oleosi si attende invece una crescita frazionale delle semine a livello di UE-27, con un +0,7% rispetto al 2020.
I prezzi dei cereali e delle materie prime nella settimana dal 14 al 18 dicembre 2020