La frutticoltura italiana può contare su un nuovo sistema di certificazione vivaistica. Un nuovo sistema di certificazione, presentato alla fiera Interpoma di Bolzano da Bruno Caio Faraglia, direttore del Servizio fitosanitario nazionale, che parte dal “cartellino blu” (vedi foto) e che è unico per tutta Italia. «Ora possiamo competere senza timore con il vivaismo di tutta Europa, per esempio con quello olandese o francese», ha commentato sempre a Interpoma Giandomenico Consalvo, presidente di Civi-Italia, Centro interprofessionale per le attività vivaistiche.
Con questo nuovo strumento, ha detto ancora Consalvo, «siamo più competitivi perché ora l’attività vivaistica può appoggiarsi su un sistema, un “sistema Italia”, e non solo sulle singole ditte. Si tratta di una certificazione su scala volontaria, più avanzata della certificazione volontaria europea perché tiene conto di un maggior numero di organismi nocivi; e anche perché è molto esigente sul fronte della sicurezza e del mantenimento in sanità dei materiali iniziali, che in Italia dovranno essere obbligatoriamente cresciuti in greenhouses».
Aggiunge Faraglia: «Il valore di questa novità consiste nel fatto di aver riorganizzato tutto il sistema di certificazione volontaria nel nome del binomio certificazione più servizi. Un binomio che garantisce l’efficienza del sistema e la qualità del materiale di moltiplicazione che viene certificato».
E siccome la qualità del materiale di certificazione deve essere riconoscibile, ha continuato il direttore del Servizio fitosanitario, «presto al cartellino blu verrà addizionato anche un logo. In conclusione con questo nuovo sistema tutto il resto della filiera, sino a chi commercializza la frutta e allo stesso consumatore, potrà essere sicuro che la pianta è garantita nella sua identità varietale e dal punto di vista sanitario».
Sopra, da Interpoma Bolzano: Giandomenico Consalvo, Bruno Caio Faraglia e il direttore di Civi-Italia Luigi Catalano.