Barbabietola, conto colturale positivo se la tecnica è al top

    barbabietola
    Costi e redditività nella pianura emiliano-romagnola. Importanti le rotazioni e la scelta dei terreni vocati. Clima e materie prime le incognite del futuro

    Le quotazioni elevate dello zucchero nell’attuale contesto stanno contribuendo a mantenere elevato l’interesse nei confronti della barbabietola da zucchero nelle aree storicamente vocate, concentrate di fatto nella Pianura Padana. La barbabietola da zucchero è diffusa soprattutto in areali di pianura e può essere coltivata sia con l’ausilio di irrigazione, sia in asciutto. Per il calcolo dei costi medi di produzione si è fatto riferimento alla provincia di Bologna e al più comune caso di coltivazione in asciutto.

    Le tipologie aziendali

    Seguendo la medesima metodologia delle altre note annuali sui costi delle principali colture erbacee da pieno campo, si è proceduto alla valutazione della redditività sulla base della configurazione aziendale. In particolare, sono state individuate tre configurazioni: una prima è riferita all’azienda che si serve integralmente di servizi in conto terzi per lo svolgimento delle operazioni colturali, mentre la seconda si riferisce a un’azienda che svolge le lavorazioni richieste con parco macchine in proprietà (a eccezione dello scavo e trasporto del prodotto). La terza configurazione, infine, si riferisce alla classica azienda diretto coltivatrice, una delle forme più diffuse nel contesto del settore primario, e prevede quindi lo svolgimento in proprio delle lavorazioni meccaniche, ma con i soli costi della meccanizzazione, considerando di tipo familiare l’apporto della manodopera necessaria allo svolgimento delle diverse operazioni colturali. In tale modo, non si ottiene il costo totale di produzione della coltura, ma bensì quello che può essere definito il costo “pieno” dell’impresa, utile per comprendere il reale margine monetario per questa tipologia di impresa.

    Il costo calcolato fa rifermento ai prezzi dei fattori dell’anno 2023, sia per quanto concerne le materie prime, sia per le tariffe medie applicate dalle imprese di servizi agromeccanici nell’area considerata. I valori di spesa e le rese considerate sono da intendersi come riferiti a situazioni medie ritenute ordinarie per l’area in esame, sia per quanto concerne le condizioni ambientali, sia per quanto concerne la tecnica agronomica, sia per le rotazioni aziendali che, nel caso della barbabietola da zucchero, prevedono l’inserimento della stessa in una rotazione quadriennale.

    Costo di produzione

    Per la coltivazione di un ettaro di barbabietola da zucchero è stimabile un costo medio per le materie prime di poco inferiore a 1.500 €/ha (tab. 1). La maggior voce di spesa è rappresentata dalla semente che incide per oltre il 26%, seguita a poca distanza dal diserbo con un’incidenza del 24% circa. L’apporto di fertilizzanti, considerando i due momenti di somministrazione, in presemina e in copertura, raggiunge comunque nel complesso il 28% della spesa per i materiali, con circa 425 €/ha. Infine, il capitolo di spesa riguardante la difesa della coltura si traduce in un esborso medio valutabile attorno a 300 €/ha, di cui i due terzi circa dovuti a insetticidi e il resto a fungicidi.

    tab. 1 Costo medio delle materie prime di coltivazione (2023)
    Voce Costo (€/ha) %
    Semente 400 26,9
    Fertilizzanti pre-semina 225 15,2
    Fertilizzanti copertura 200 13,5
    Diserbo 360 24,2
    Difesa (fungicidi) 105 7,1
    Difesa (insetticidi) 195 13,1
    Totale 1.485 100,0
    Fonte: elaborazione degli autori

     

    Per quanto concerne le operazioni colturali, considerando le tariffe medie applicate dalle imprese agromeccaniche dell’area esaminata, il costo complessivo ammonta a poco più di 1.100 €/ha (tab. 2). In questo caso, la voce più onerosa è rappresentata dall’operazione conclusiva del ciclo di coltivazione, ovvero l’estirpo e lo sterro delle radici, che comporta, incluso il trasporto, una spesa media di 335 €/ha. Segue, quindi, l’aratura che, in ragione di un intervento leggero (30-40 cm. di profondità) impone un costo di 155 €/ha. Altri 180 €/ha sono da computare per le restanti operazioni preimpianto, in particolare l’affinamento del terreno e la concimazione di presemina. Dopo la semina, invece, sono stimabili spese per poco più di 360 €/ha per le diverse operazioni preliminari alla raccolta.

    tab. 2 Costo delle operazioni colturali
    Operazione N. interventi Costo (€/ha)
    Aratura media (30-40 cm) 1 155
    Erpicatura (rotante) 1 78
    Erpicatura 1 53
    Concimazione pre semina 1 48
    Semina (con geodisinfestante) 1 75
    Diserbo 1 78
    Sarchiatura interfilare 1 78
    Concimazione di copertura 1 48
    Difesa (fungicidi) 2 105
    Difesa (insetticidi) 1 53
    Estirpo, carico e sterramento 1 335
    Totale operazioni colturali 1.106
    (con tariffa media operatore conto terzi, 2023)
    Fonte: elaborazione degli autori

     

    Analizzando, invece, i costi derivanti dalla gestione con proprio parco macchine delle operazioni colturali, eccetto la raccolta, si raggiunge una spesa complessiva di poco inferiore a 730 €/ha (tab. 3). Considerando, quindi, anche l’onere della raccolta, il costo complessivo di gestione delle operazioni colturali è, di fatto, simile, con una differenza di soli 40 €/ha. I costi, in questo caso, sono costituiti da 230 €/ha per il carburante, circa 160 €/ha per la manodopera addetta alla conduzione dei mezzi meccanici ed i restanti 337 €/ha da oneri fissi connessi alle macchine impiegate. Nei costi fissi, va ricordato, sono computati l’ammortamento, la manutenzione, l’assicurazione e gli interessi passivi generati da ciascuna macchina impiegata. Come intuibile, è questa la voce maggiormente variabile fra le diverse imprese, poiché fortemente influenzata dal corretto dimensionamento del parco macchine. I valori considerati sono ipotizzabili come medi, ma è chiaro come il reale esborso possa essere anche significativamente diverso, in caso di parco macchine obsoleto, sovradimensionato eccetera

    Una volta definite le diverse componenti dei costi colturali, è possibile tirare le somme e valutare l’esborso complessivo di questa coltura, senza dimenticare che, ai costi di coltivazione, vanno aggiunti i costi comuni aziendali. Questi sono stimati in 700 €/ha, di cui 600 €/ha di prezzo d’uso del capitale fondiario ed i restanti 100 €/ha di spese generali (amministrazione, direzione, manutenzione del capitale fondiario eccetera). Anche in questo caso, naturalmente, il campo di variabilità è molto ampio, soprattutto per quanto concerne il costo del terreno, ovviamente proporzionale alla qualità e vocazionalità dello stesso.

    tab. 3 Costo delle operazioni colturali
    Operazione N. interventi Gasolio (€/ha) Costi fissi (€/ha) Manodopera (€/ha)
    Aratura media (30-40 cm) 1 69 42 14
    Erpicatura (rotante) 1 23 36 14
    Erpicatura 1 23 21 14
    Concimazione presemina 1 9 10 11
    Semina (con geodisinfestante) 1 14 27 14
    Diserbo 1 20 41 18
    Sarchiatura interfilare 1 35 25 14
    Concimazione di copertura 1 8 10 11
    Difesa (fungicidi) 2 20 83 35
    Difesa (insetticidi) 1 10 41 18
    Totale operazioni colturali 230 337 161
    (con lavorazioni in proprio, eccetto trebbiatura e trasporto, 2023)
    Fonte: elaborazione degli autori

     

    Ciò premesso, il costo complessivo di produzione della barbabietola da zucchero risulta pari a poco meno di 3.300 €/ha, sia nella prima configurazione aziendale, che prevede il ricorso esclusivo a servizi esterni, sia nella seconda, che prevede l’impiego di macchine aziendali (tab. 4). Considerando una resa produttiva di 60 t/ha, il costo unitario risulta, pertanto, di poco inferiore a 55 €/t. Per l’impresa diretto coltivatrice che svolge le operazioni colturali con manodopera familiare, il costo pieno all’impresa è valutabile, invece, in 3.087 €/ha, pari dunque a 51 €/t.

    tab. 4 Costo complessivo di produzione per tipologia aziendale (2023)
    Voce di costo Azienda tipo 1 Azienda tipo 2 Azienda tipo 3
    €/ha €/t* €/ha €/t* €/ha €/t*
    Materie prime 1.485 24,8 1.715 28,6 1.715 28,6
    Manodopera - - 161 2,7 - -
    Costi fissi macchinari - - 337 5,6 337 5,6
    Noleggi 1.106 18,4 335 5,6 335 5,6
    Costi di coltivazione 2.591 43,2 2.548 42,5 2.387 39,8
    Spese generali ** 100 1,7 100 1,7 100 1,7
    Prezzo d'uso capitale fondiario 600 10,0 600 10,0 600 10,0
    Costo totale di produzione 3.291 54,9 3.248 54,1 3.087 51,4
    Azienda di tipo 1: si serve integralmente di servizi in conto terzi per lo svolgimento delle operazioni colturaliAzienda di tipo 2: svolge le lavorazioni previste con parco macchine in proprietà, tranne l’estirpo, sterramento, carico e trasporto del prodottoAzienda di tipo 3: impresa diretto coltivatrice, che fornisce integralmente la manodopera necessaria per la gestione colturale* sulla base di una resa media di 60 tonnellate/ha** manutenzione del capitale fondiario, imposte e contributi consortili, spese amministrative, spese varie
    Fonte: elaborazione degli autori

    Redditività della coltura

    Il prezzo della barbabietola da zucchero è, come noto, definito tramite accordi fra le Associazioni Bieticole e la filiera della trasformazione industriale ed è composto da diverse componenti. Per il 2023, l’accordo definisce un prezzo complessivo di 60 €/t, di cui 48 €/t di prezzo base, inclusivo di 5 €/t per le polpe, e 12 €/t derivanti dall’aiuto accoppiato erogato sui 28.000 ettari in coltivazione previsti per il 2023.

    Alla luce dei costi calcolati, si registra pertanto un margine di circa 5 €/t, corrispondenti a 300 €/ha. Per l’impresa diretto coltivatrice, la redditività calcolata sul costo pieno supera di poco 500 €/ha, mentre con terreno in proprietà, il margine di redditività può superare i 1.000 €/ha. Non vanno ovviamente dimenticati i contributi Pac generici che, da quest’anno, sono estremamente variabili in funzione dei pagamenti base di ciascuna azienda e delle eventuali azioni ambientali adottate.

    A questo prezzo, la resa soglia che permette di pareggiare i costi è calcolabile in 55 t/ha per le prime due configurazioni aziendali e in poco più di 50 t/ha per compensare i costi monetari sostenuti dall’azienda diretto coltivatrice. Nelle scorse campagne, con un prezzo che si aggirava attorno a 45 €/t, il break even in termini di resa si collocava, invece, attorno a 70 t/ha.

    Luci e ombre

    Il confronto tra costi e ricavi medi, dunque, configura un’annata apprezzabile per la barbabietola di zucchero, che si conferma come una coltura interessante negli areali vocati che permettono di raggiungere rese produttive medio-buone nel lungo periodo. Per mantenere elevati livelli di resa è, tuttavia, necessario un buon livello di professionalità da parte dei coltivatori, cui spetta il compito di individuare le rotazioni più idonee ai propri terrenti e, soprattutto, di individuare i terreni migliori, fattore che può rappresentare una limitazione considerando i tempi minimi di rotazione richiesti da una corretta gestione agronomica della barbabietola.

    Fattori critici per il futuro sono chiaramente individuabili nelle perduranti tensioni sui mercati delle materie prime (gasolio e fertilizzanti in primo luogo), con conseguente volatilità dei prezzi, oltre che nella crescente incertezza climatica. La barbabietola, va ricordato, è sensibile alle gelate tardive che possono, talvolta, imporre la risemina, con conseguente forte aumento dei costi di produzione.

    Barbabietola, conto colturale positivo se la tecnica è al top - Ultima modifica: 2023-11-07T15:19:39+01:00 da K4

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