Inversione di tendenza per il mais nella stagione 2016. Le rese infatti sono state decisamente positive, ben superiori alla scorsa annata e anche alla media produttiva degli ultimi 4 anni (Fig. 1). Se andiamo a guardare i dati degli anni precedenti, è stata la terza migliore annata di sempre per quanto riguarda le prove del Crea (Unità di Ricerca per la Maiscoltura) di Bergamo dal 2001 a oggi.
E potevano essere ancora migliori, se il clima da metà agosto in poi non avesse penalizzato la coltura, negandole le precipitazioni necessarie per completare la maturazione. «Un clima caldo e asciutto, infatti, dal 20 agosto al 20 settembre ha determinato un anticipo dei fenomeni di senescenza e di maturazione fisiologica – ha spiegato, in occasione della tradizionale Giornata del Mais a Bergamo, Gianfranco Mazzinelli, coordinatore delle prove varietali condotte dal Crea di Bergamo – accorciando di fatto il periodo di accumulo con conseguenti cali produttivi rispetto a quanto fino a quel momento si poteva prevedere». Tale clima ha poi determinato condizioni favorevoli allo sviluppo di aflatossine e fumonisine, che dai dati preliminari sembrano evidenziare valori superiori a quelli riscontrati nel 2015 (vedi articolo dedicato all’interno di questo Speciale).
Prima di passare ai principali risultati ottenuti, vale la pena sottolineare il fatto che il Crea - Maiscoltura di Bergamo ha dovuto ridimensionare le proprie prove a causa del continuo taglio dei fondi messi a disposizione, per cui dalle 16 località e 64 repliche del 2015 si è passati alle 9 località e 36 repliche del 2016. L’attendibilità dei dati, quindi, ottenuti, per quanto ancora elevata, è per forza di cose inferiore rispetto a quanto si è potuto fare fino allo scorso anno.
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