Un fulmine che squarcia il cielo (che già non era proprio sereno) della trattativa per il prezzo del pomodoro da industria nel bacino del Nord Italia. È quello generato dall'intesa siglata tra il consorzio Casalasco e le due maggiori Op del Nord Italia Ainpo e Asipo a un prezzo di 150 euro la tonnellata. Uno strappo che avrà di certo conseguenze all'interno della filiera ancora impegnata nelle trattative per chiudere il contratto di coltivazione 2023. Con oltre 13mila ettari coltivati, 750 aizende agricole associate e una produzione di circa 900mila tonnellate, le due Op rappresentano circa un terzo della produzione del Nord Italia. Bocche cucite degli interessati sul quantitativo di materia prima oggetto dell'accordo, che però viene definito "importante".
Risposta concreta in un momento difficile
«L’accordo con Casalasco dà una prospettiva positiva al comparto e soprattutto garantisce un’equa ripartizione del valore lungo tutta la filiera – sottolinea il presidente di Ainpo Filippo Arata –. Abbiamo un preciso mandato degli agricoltori e intendiamo rispettarlo». Arata non ritiene che l'accordo siglato con Casalasco sia un problema per l'intesa da trovare sul contratto di coltivazione, anzi: «Porteremo questo accordo al tavolo e non accetteremo proposte al di sotto di questa cifra. Ma non si parli di speculazione: questo è un prezzo che ci consente di coprire i prezzi di produzione e avere un po' di margine».
«In un clima di profonda incertezza del mondo agricolo che oltre all’aumento dei costi di produzione deve affrontare l’enorme crisi idrica già in atto – ha dichiarato il presidente di Casalasco Paolo Voltini – era necessario dare risposte concrete».
«Era ormai inaccettabile – continua il presidente di Asipo Pierluigi Arata – procedere con le attività di trapianto senza avere un riferimento sul prezzo. Da troppe settimane, mesi, era necessario dare stabilità e garanzie ad un comparto sempre più strategico per l’economia locale».
Saviotti (Anicav): «Fatto sconcertante, così si rompe la filiera»
«A questi prezzi sarà impossibile fare concentrato e doppio concentrato – lamenta la coordinatrice del comitato territoriale del Bacino Nord di Anicav Bruna Saviotti – siamo completamente fuori mercato e c'è già una richiesta da tutta Europa di concentrato cinese perché manca in tutto il continente non solo in Italia. Non conosco le motivazioni che hanno spinto Casalasco a firmare un contratto a queste cifre ma ritengo sconcertante l'atteggiamento delle Op che sono sedute con noi al tavolo della trattativa».
«Siamo impegnati nella trattativa – continua Saviotti – vogliamo pagare il pomodoro a un prezzo che soddisfi tutti ma 150 euro la tonnellata è davvero fuori da ogni logica: il rischio sarebbe quello di non fare doppio concentrato, cioè che ma metà della materia prima resta in campagna, dato che per fare un quintale di doppio ne servono sei di pomodoro. Davvero non mi spiego l'atteggiamento delle due Op – rimarca Saviotti – dato che sono entrambe sedute al tavolo della trattativa».
Un tavolo, quello tra industriali e agricoltori convocato dopo Pasqua, giovedì 13 aprile. Si parte dalla proposta di 130 €/t delle industrie di trasformazione contro i 155 €/t chiesti dalla parte agricola. Ovvio che questo accordo a 150 €/t sposta gli equilibri a favore degli agricoltori che difficilmente accetteranno proposte molto lontane da questa cifra.
