Il mais tiene le quotazioni e si parla di ulteriore ripresa dalle prossime settimane. Cosa sta cambiando?
R: Guardando gli andamenti del mercato nazionale, dopo un minimo dell’autunno 2016, la fluttuazione sulla borsa di Bologna, è stata tra i 175 €/t e gli attuali 187 €/t con la netta sensazione che l’attuale quotazione non possa che migliorare. Evidente il supporto trasversale sia del grano che delle notizie climatiche (ancora avverse) nei paesi che fanno mercato: USA, Brasile, Ucraina. Ad essi si unirebbe anche un possibile, anche se improbabile, epilogo negativo della disputa commerciale tra USA e Cina con forti ripercussioni sul mercato del mais “non ogm”. Restando ai dati reali la ragione dell’aumento del prezzo è riconducibile alle notizie, per lo più negative, sul clima sia nell’Emisfero Nord (siccità alle semine) che nell’Emisfero Sud (raccolta). Il mercato internazionale del mais è e sarà molto reattivo durante tutto il salto di campagna, con il rischio di vedere scambi sostenuti e ulteriormente assottigliarsi gli stock di riporto, concetto ritenuto “bullish” dagli investitori (fondi di investimento). Nonostante la produzione 2018 sarà la seconda più ampia in assoluto, l’aumento dei consumi non si fermerà, e questo è garanzia di supporto al prezzo del mais; attenti però al clima delle prossime settimane e ad un ipotetico ulteriore calo dei raccolti.