Per ogni ibrido di mais ottenere la massima redditività, metro quadrato per metro quadrato, utilizzando la giusta densità di semina al variare del tipo di terreno. Perché «la variabilità è una risorsa e per vincere dobbiamo imparare a sfruttarla».
Con queste parole Matteo Masin, Technology Development Lead di Dekalb Italia, in occasione di un evento realizzato in casa Kverneland Group Italia a Castiglione delle Stiviere (Mn) ha presentato i dati Dekalb Smart Planting raccolti nel 2017, con lo scopo di dimostrare i vantaggi della semina a rateo variabile nel mais. La ricerca Dekalb in questo campo è iniziata nel 2015 con la creazione di 3 Technology Center in Italia, arrivando a 5 semine a rateo variabile nel 2016 e toccando quota 34 esperienze concrete con semine a rateo variabile nel 2017. La ricerca è estesa anche ad altri paesi europei, per un totale di 2.500 ettari. Merito di Dekalb è stato anche quello di testare 11 ibridi diversi a 5 densità di semina diverse, nella fattispecie: 6,5-8-9,5-11-12,5 semi/m2. L’intento di Dekalb è, infatti, quello di capire come reagisce il (proprio) germoplasma maidicolo alle diverse densità di semina in funzione dei suoli.
Beneficio medio di 98 €/ha
Il primo passo di questa ricerca ha riguardato la mappatura del suolo (tessitura, nutrienti, sostanza organica, pH) nelle aziende “testimonial”, seguita dalla semina a cinque diverse densità e infine dalla mappatura di produzione, passando anche per tecniche di irrigazione intelligente. In aggiunta alle cinque diverse densità di semina, la sperimentazione ha previsto anche una “passata” a rateo fisso (85mila semi/ha) in mezzo a ciascuna delle aree seminate a rateo variabile. Il caso citato come esempio è stato quello di un’azienda in provincia di Cuneo, dove il massimo del profitto (206 euro/ha) lo si è ottenuto con una densità di 77mila piante/m2. Altri esempi di maggior profitto ricavabile con la semina a densità variabile sono riportati nella tabella a fianco, in ogni caso – riferisce Dekalb – su oltre 700 ha di mappatura suolo e oltre 700 ha di semine a rateo variabile (granella, trinciato, irriguo, asciutta, perché la semina a rateo variabile funziona anche in assenza di irrigazione) testati nel 2017, il beneficio medio è stato di 98 euro/ha. «Quale altra innovazione agronomica/tecnologica consente oggi una redditività media così importante? – ha concluso Masin –. Oggi diamo le prescrizioni di semina in base alla tipologia di suolo, ma nei prossimi anni le affineremo con mappe del consumo idrico e mappe di produzione».
Optima TF Profi e Optima V
Le macchine utilizzate da Dekalb per questa sperimentazione, in particolare in Italia, hanno un nome preciso ed è quello di Kverneland. «Fondamentalmente proponiamo due tipologie di macchine per la semina a rateo variabile – ha spiegato Sandro Battini, direttore commerciale Kverneland Group Italia –, ovverosia la Optima TF Profi (trainata) e la Optima V (portata). Nel primo caso la prima vera trasformazione ha riguardato il timone telescopico (angolo di sterzata di 90°), mentre come optional vengono forniti i 4 pneumatici al posto dei 2 standard e la frenatura idraulica o pneumatica per viaggiare su strada a 40 km/h. Poi troviamo il nuovo spandiconcime da 2.000 litri di capienza, con sensore di livello regolabile e coclea di carico pieghevole automatica. Ovviamente è Isobus compatibile al 100% e presenta l’elemento di semina HD II dove sono stati modificati gli interassi del parallelogramma e il sistema di deposizione del seme (oltre a una nuova bascula della ruota). Nel kit Safe & Speed sono stati inoltre cambiati la ruota pressatrice in acciaio inox, il canale conduciseme, l’interruttore di stacco, il disco di semina e il sistema di pressione al suolo dell’elemento, così da poter lavorare tranquillamente fino a 14 km/h. Infine, troviamo l’immancabile trasmissione e-drive II, con sincronizzatore che permette di fare sia la semina a rateo variabile sia la semina a diamante».
Per quanto riguarda la Optima V, «troviamo il rivoluzionario concetto di telaio telescopico a triangolo – ha concluso Battini – estremamente stabile, per tutti i tipi di terreno (lavorato, sodo, minimum tillage), regolabile su 6, 7 (grande novità) e 8 file. L’elemento di semina è lo stesso, solamente più leggero, così come la trasmissione elettrica e-drive II e la compatibilità Isobus 100%».
In conclusione, è stato ricordato anche il nuovo elemento di semina HD II SX (presentato ad Agritechnica), per lavorare fino a 18-20 km/h, con sistema a pressione per spingere il seme a terra, disponibile dalla primavera 2018 sui telai di Optima TF Profi e Optima V.