Mais indietro tutta e grano duro in calo nonostante il supporto dei contratti di filiera. Crescono invece gli ettari dedicati a frumento tenero e orzo. Stabili riso, segale avena e altri cereali. Questa la fotografia del comparto cerealicolo italiano scattata dall'Istat sulle intenzioni di semina 2022, in base alle interviste condotte tra novembre 2021 e gennaio 2022 su circa 15mila aziende agricole.
L'indagine è stata condotta prima dello scoppio della guerra in Ucraina e del conseguente aumento dei prezzi dei cereali che hanno portato alla decisione dell'Ue di consentire la coltivazione nelle aree Efa. Quindi l'istantanea potrebbe essere un po' sgranata, ma offre comunque un'idea abbastanza chiara di come si stanno muovendo gli imprenditori agricoli italiani per cercare di ottenere un'adeguata redditività.
In base ai dati dell'istituto nazionale di statistica nel 2022 in Italia si semina il 4,8% di mais e l'1,4% di grano duro in meno rispetto al 2021. Cresce invece dell'8,6% la Sau destinata a orzo e dello 0,5% quella dedicata al frumento tenero. Per il mais il calo è costante, dopo il -2,4% del 2020 e il -4,1% del 2019. In generale l'indagine prevede una flessione di un punto percentuale delle superfici coltivate a cereali.
Previsioni di semina 2022 e confronto con gli anni passati
L'orzo si espande nel Nord Est
Secondo l'Istat l’incremento previsto a livello nazionale delle superfici coltivate a frumento tenero sarebbe trainato dagli incrementi nel Nord-ovest e nel Nord-est, dove, nel 2021, si sono coltivate più del 75% delle superfici destinate a tale specie cerealicola. Analoghe considerazioni, ma di segno opposto, valgono per il frumento duro, considerato che le superfici coltivate nel Sud e nelle Isole rappresentano il 73,8% delle superfici coltivate a frumento duro.
Per il mais si prevede una flessione delle superfici in tutte le ripartizioni geografiche. Mentre per l’orzo, fatta eccezione per Sud e Isole, si attende un incremento di superficie in tutte le ripartizioni territoriali. In particolare, nel Nord-est è previsto un incremento del 19,5% per la quota delle superfici a orzo. Tale previsione è presumibilmente legata alla notizia, diffusa dai media a partire dal luglio 2021, dell’apertura nel 2023 della più grande malteria d’Italia in Polesine che sarà in grado di soddisfare, attraverso la propria produzione, gran parte del fabbisogno nazionale di malto.