I Wapa, associazione che rappresenta i maggiori Paesi produttori mondiali, ha stimato la produzione europea di pere del 2015 in oltre 2,340 milioni di t. Dato che segna un -3% rispetto al raccolto 2014 ma evidenzia anche un lieve incremento (+1%) rispetto alla media degli ultimi cinque anni.
Offerta e mercato
L’Italia è il principale produttore europeo e il terzo, dopo Cina e Usa, a livello globale. Per il 2015 la produzione italiana è stimata in circa 723mila t, in calo del 2% rispetto al raccolto 2014 e del 3% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Questa stima, però, non tiene conto del prodotto perso a causa delle grandinate dello scorso 5 settembre.
L’Organismo interprofessionale (Oi pera) ha stimato le perdite di prodotto per queste grandinate in circa 39mila t. La grandine ha colpito duramente soprattutto il comune di Modena, in particolare nell’area nord al confine con la provincia di Mantova. Inoltre, è stata colpita anche un’importante fascia della provincia di Ferrara che va dall’alto ferrarese, al confine con la provincia di Modena, fino a diversi comuni a est del comune di Ferrara.
La varietà Abate Fetel è stata quella maggiormente danneggiata in quanto le operazioni di raccolta era in una fase meno avanzata. Danni rilevanti anche alle pere di varietà Kaiser, mentre per molte altre la raccolta si era già conclusa o era agli sgoccioli.
Per quanto concerne il mercato, il contesto produttivo sopra descritto ha determinato il posizionamento dei prezzi su livelli superiori a quelli dello scorso anno. Ad esempio, nella settimana 42, che va dal 12 al 18 ottobre, la varietà Abate Fetel sulla piazza di Modena (fig. 1), spuntava prezzi franco magazzino del confezionatore compresi tra 0,85 €/kg per il prodotto di calibro 60-70 e 1,05 €/kg per il calibro 75-80. Rispetto alle quotazioni dello scorso anno, i maggiori differenziali di prezzo si osservano per il prodotto di calibro più piccolo, +48% per la fascia 60-70, mentre per le pere di calibro 75-80 l’incremento è del 31%.
Per le pere della varietà Kaiser, sulla piazza di Ferrara, nelle ultime settimane i prezzi franco magazzino del confezionatore sono stabili a 0,70 € /kg per il calibro 70-75 e a 0,85 €/kg per il calibro 75-80 (fig. 2). In questo caso il differenziale di prezzo rispetto allo scorso anno è maggiore per i calibri più grandi, in particolare +4% per la fascia 70-75 e +13% per i calibri 75-80.
Sempre sulla piazza di Ferrara, le pere William di calibro 60-65 spuntano 0,73 €/kg franco magazzino (fig. 3), con un aumento del 70% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Scambi con l’estero
L’Italia è il principale produttore di pere dell’Ue ed è molto attiva negli scambi internazionali. Nelle ultime cinque campagne commerciali, le esportazioni sono ammontate mediamente a 154mila t con introiti per circa 155 milioni di € . Nello stesso periodo le importazioni medie annue sono arrivate a 104mila t e hanno determinato un esborso di circa 95 milioni di €. Il saldo della bilancia commerciale è positivo e nel periodo in esame era compreso tra 35 e 70 milioni di € .
Germania primo mercato, Libia terzo
Le esportazioni sono particolarmente consistenti nel periodo da settembre a marzo con volumi in uscita superiori a 15mila t/mese e con punte di circa 30mila t/mese in ottobre e novembre. I principali mercati di sbocco sono i Paesi dell’Ue, mentre le esportazioni verso i Paesi extra Ue ammontano solamente al 13%, di cui ben il 7% verso l’Africa.
La Germania è il principale mercato di riferimento con più del 40% dei volumi complessivi esportati dall’Italia. Tra gli sbocchi extra Ue spicca la Libia che ha consolidato la propria posizione confermandosi al terzo posto.
Le importazioni invece sono concentrate nel trimestre marzo-maggio con picco in aprile e volumi in entrata che arrivano a raggiungere le 45mila t.
L’Unione europea importa da SudAfrica, Argentina e Cile
L’approvvigionamento dell’Italia riguarda prevalentemente il prodotto di contro stagione proveniente da Argentina (36% del totale), Cile (10%) e Repubblica sudafricana (8%). Le forniture dai Paesi dell’Ue sono state pari al 45% e la Spagna è il primo fornitore europeo dell’Italia, seguita da Paesi Bassi, Francia e Portogallo.
A livello di Unione europea, i 28 Paesi membri importano circa 250mila t di pere all’anno dai Paesi terzi all’Ue. Nelle ultime tre campagne, le quantità in ingresso nell’Ue hanno oscillato dalle 220mila t della campagna appena conclusa (2014/15) alle 277mila t della campagna 2012/13.
La variabilità dei quantitativi importati dipende principalmente dal livello dell’offerta europea, infatti nelle annate caratterizzate da un raccolto meno abbondante, come ad esempio nella campagna 2012/13, assume un picco dell’import.
Per quanto concerne la stagionalità delle importazioni quelle dai Paesi terzi sono fortemente concentrate nel periodo febbraio-luglio, ossia nel periodo in cui termina la disponibilità del prodotto europeo del vecchio raccolto e ancora non è disponibile il nuovo prodotto.
I principali fornitori dell’Ue sono la Repubblica sudafricana , l’Argentina e il Cile. Questi tre Paesi coprono il 95% circa delle importazioni di pere dell’Unione europea (fig. 4).
*Ismea
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