Nato come progetto legato all’Expo 2015 di Milano, CombiMais non si limita come previsto inizialmente a due anni di ricerca e sperimentazione, al contrario rilancia e passa così al terzo anno. E prende il nome di CombiMais 3.0.
«Purtroppo dopo l’Expo ci siamo resi conto che se aspettiamo l’intervento delle Istituzioni, non andiamo da nessuna parte – ha detto Mario Vigo, ideatore del progetto, in occasione della presentazione di CombiMais 3.0 presso la propria azienda –. Se non produciamo mais e se non lo produciamo in modo nuovo e migliore, saremo completamente tagliati fuori e metteremo a rischio tutto il made in Italy. Quindi CombiMais 3.0 si propone come eredità di Expo per continuare una certa attività e dare certezze al mondo agricolo».
Ma quali sono le novità principali di questa “terza fase”? Innanzitutto la conferma della presenza autorevole dell’Università, con Amedeo Reyneri (Istituto di Agronomia dell’Università di Torino) in prima persona che coordinerà le operazioni. E poi finalmente Mario Vigo è riuscito a chiudere il ciclo dell’intera filiera con la partecipazione dell’elemento finale, cioè il molino (per la precisione F.lli Martini di Vigasio, provincia di Verona).
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