Fragole, pesche a pelo, nettarine e albicocche, kiwi giallo e lampone in Basilicata, ciliegie e uva da tavola in Puglia. Sono, nelle due importanti regioni frutticole meridionali, i protagonisti della sempre più diffusa frutticoltura specializzata coperta, che trova crescente spazio, spiega Berardino Marchitelli, tecnico agricolo e presidente di Lameta (Libera associazione mediterranea tecnici in agricoltura), sia per anticipare le produzioni sia per proteggerle dai danni causabili dalle intemperie.
«In Basilicata frutticoltura coperta significa innanzitutto fragola, che non può non essere coltivata sotto copertura per dare buoni risultati quanti-qualitativi. Infatti la fragola coltivata in piena aria è ormai un ricordo di tempi lontani. Attualmente la Basilicata comprende 850 ha coltivati a fragola, una superficie che la qualifica come prima regione in Italia ed è cresciuta negli ultimi anni con la diffusione della varietà Sabrosa-Candonga. Questa si è acclimatata benissimo nel Metapontino, grazie anche alla elevata professionalità tecnica dei produttori, e assicura alte rese (450-500 q/ha) e standard qualitativi migliori rispetto ad altre varietà, in termini di caratteristiche organolettiche e shelf-life, tanto da diventare punto di riferimento per tutti i fragolicoltori».
Professionalità
Professionalità tecnica, puntualizza Marchitelli, significa utilizzo di piante fresche, impiego di tunnel serra per la copertura, moderna gestione di nutrizione e irrigazione con impianti computerizzati, impiego di insetti utili per l’impollinazione e la difesa integrata.
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