Annata rara, se non unica, quella della soia nel 2016. Per la prima volta, infatti, da quando seguiamo le prove varietali coordinate dall’Ersa Friuli Venezia Giulia, le varietà precoci hanno registrato performance superiori a quelle tardive. Anche se questo si è verificato solo in due località sulle sei totali, il divario in questi due siti è stato tale da far prevalere i cicli più brevi anche nella media generale.
«Fino a metà agosto – ci spiega Marco Signor dell’Ersa Fvg – l’annata sembrava molto positiva, tanto da potersi attendere rese record. Ma da Ferragosto in poi, e in particolare a settembre, fase finale per le varietà a ciclo più tardivo, sono venute a mancare le precipitazioni che avrebbero permesso appunto produzioni molto alte.
Questa “anomala” inversione di tendenza si è verificata in particolare a Voghera, provincia di Pavia (le varietà precoci hanno prodotto mediamente due tonnellate in più delle tardive), e a Palazzolo (Ud), mentre nelle altre località le tardive hanno mantenuto la loro tradizionale superiorità.
Tutto questo fa riflettere, nel senso che risulta sempre più difficile scegliere il ciclo giusto: generalmente, infatti, il gruppo di maturità delle massime produzioni è l’1+, ma in questo caso l’andamento stagionale ha finito per avvantaggiare le varietà medio-precoci».
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