L’utilizzo di reti per il controllo del microclima e per la difesa entomologica trova oggi larga diffusione in numerose specie arboree da frutto, mentre vede una diffusione esclusivamente sperimentale in olivicoltura in cui sono in corso studi volti a testarne l’efficacia come mezzo di prevenzione fisica all’attacco della mosca (Bactrocera oleae, Rossi).
L’impiego della tecnica richiede una precisa calibrazione dei tempi d’installazione al fine di garantire l’efficacia dell’azione escludente. Numerosi sono, in questo senso, gli aspetti entomologici, ma anche fisiologici e produttivi da tenere in considerazione. La presenza di reti può infatti avere un impatto sulla penetrazione della luce e sul microclima interno alla chioma, sull’attività fisiologica della pianta e sulla maturazione e qualità dei frutti, fattori determinanti soprattutto in oliveti per la produzione di olive da mensa.
La prova sperimentale
La prova è stata condotta nel 2015 e nel 2016 in un oliveto commerciale sito nel comune di Mogliano in provincia di Macerata su Piantone di Mogliano, una varietà locale a duplice attitudine. L’oliveto, in conduzione integrata, era costituito da piante di 15 anni di età, allevate a vaso policonico e posizionate secondo un sesto 6 x 6 m.
Le reti sono state installate (appoggiate sulla chioma delle piante, foto 1 in apertura), in ciascuno dei due anni in prova, quando i frutti avevano dimensioni tali da essere recettivi alla deposizione e comunque prima che il monitoraggio segnalasse la presenza di voli di mosca delle olive (16 luglio 2015 e 28 giugno 2016, rispettivamente). Le tipologie di reti testate erano entrambe in polietilene ad alta densità, di spessore 0,22 mm con maglia da 0,8 × 0,3 mm e di spessore 0,28 mm con maglia da 1,0 x 1,6 mm, confrontate con piante controllo non coperte e trattate secondo un protocollo di difesa integrato che ha previsto applicazioni di Cu(OH)2 50g/hl + dimetoato 38 g/L alla dose di 150 g/hl al superamento della soglia di intervento del 4-5% di infestazione attiva.
Nelle piante controllo la cascola è stata monitorata settimanalmente, così come pure la presenza di voli attraverso 6 trappole Bac-trap. All’interno delle reti, è stata installata una trappola per ciascun trattamento per monitorare l’eventuale presenza di mosca (foto 2). All’interno e all’esterno della rete con maglia da 0,8 × 0,3 mm sono stati installati, in posizione adiacente, due datalogger per registrare la temperatura e l’umidità relativa.
Prima della raccolta e per tutti i trattamenti a confronto sono stati valutati indice di maturazione, consistenza della polpa, resistenza al distacco e peso medio del frutto. Nei giorni 29 luglio e 8 settembre 2015 sono stati misurati attività fotosintetica, traspirazione, fluorescenza e contenuto in clorofilla (SPAD) in corrispondenza di ciascuno dei 4 punti cardinali sia per le piante coperte con le reti sia per quelle controllo.
Microclima all’interno delle reti
La presenza delle reti ha ridotto la quantità di luce che raggiunge la pianta con effetti diretti sulla radiazione fotosinteticamente attiva (PAR) incidente sulla foglia e indiretti sulla temperatura interna. La rete a maglia 0,8 × 0,3 mm ha indotto una riduzione del 33% della luce incidente rispetto alla condizione di non copertura. Con reti a maglia 1,0 x 1,6 mm la riduzione è stata del 27% (figura 1).
Secondo i dati raccolti nel 2015, una diversa penetrazione della luce gioca un ruolo nella mitigazione della temperatura interna alle reti. La presenza della rete con maglia 0,8 × 0,3 mm ha ridotto la temperatura media di 1,21 °C rispetto all’esterno nel corso della stagione (figura 2). Le differenze massime si sono registrate nel mese di luglio (-1,56 °C), caratterizzato in assoluto dalle maggiori temperature. Le differenze si sono attenuate con temperature inferiori fino al mese di ottobre in cui si è registrata la differenza meno significativa tra interno ed esterno della rete (- 0,33 °C).
Tra gli effetti della rete sul microclima è da rilevare anche la capacità di ridurre le oscillazioni dell’umidità relativa (figura 2). Nei mesi di luglio e agosto, l’umidità relativa registrata all’interno della rete è stata maggiore di quella esterna con +4,1% e +4,6%, rispettivamente. Le differenze si sono attenuate con l’innalzarsi dell’umidità a settembre (+2,5%) fino a un’inversione di tendenza nel mese di ottobre (-1,62%).
Fisiologia della pianta
La riduzione della luce incidente può influenzare l’attività metabolica della pianta. Tuttavia, tale effetto va quantificato poiché, durante la stagione estiva, un’estinzione maggiore della PAR non si traduce necessariamente in una riduzione proporzionale dell’attività fotosintetica. La luce in ambiente mediterraneo è, infatti, spesso in eccesso nelle giornate estive e una sua riduzione può avere effetti non negativi o persino positivi quando contribuisce a limitare stress da eccessi luminosi. I vantaggi legati all’attenuazione delle temperature più estreme e al mantenimento di un’umidità relativa più costante possono anch’essi influenzare positivamente l’attività metabolica della pianta, limitando ulteriormente il rischio di stress. Nella prova, l’impiego di reti ha infatti indotto, durante la stagione estiva, una maggior attività fotosintetica ed una maggior conduttanza stomatica e, nel caso della rete con maglia 0,8 × 0,3 mm, anche una maggior traspirazione rispetto al controllo non coperto (figura 3). La presenza di reti non ha invece influenzato il contenuto di clorofilla delle foglie (figura 4).
Frutti e produzione
La presenza di reti ha mostrato di non influenzare la pezzatura dei frutti e lo stesso accade per la resistenza al distacco non dissimile alla raccolta nel confronto tra piante coperte da reti e piante controllo (tabella 1).
La consistenza della polpa si è attestata su valori più bassi nell’ultimo mese prima della raccolta per le piante sotto rete, anche se le differenze si sono attenuate risultando non significative alla raccolta.
Le piante coperte con le reti hanno mostrato produzioni equivalenti o superiori rispetto alle piante controllo trattate (figura 5). In particolare, in un’annata caratterizzata da una pressione della mosca molto alta come accaduto nel 2016, le reti hanno garantito una produzione equivalente alle piante sottoposte a trattamento chimico.
La percentuale di infestazione rilevata su olive non cascolate, al momento della raccolta, indicava valori costantemente più bassi sotto rete rispetto alle piante controllo sottoposte a trattamento chimico nei due anni di sperimentazione (tabella 2). In particolare nell’annata 2015, con una ridotta pressione della mosca, non sono stati registrati danni sui frutti delle piante sottoposte a copertura. Nel 2016, anno caratterizzato da una forte pressione della mosca tanto che persino le piante controllo trattate avevano riportato una infestazione del 100%, le reti hanno permesso di ridurre significativamente l’attacco sui frutti, senza però riuscire ad azzerarlo completamente. Tale aspetto è legato alla tempistica di posizionamento delle reti e alla necessità di assicurare l’assenza assoluta di mosche sulle piante al momento della copertura.
Umidità costante sotto le reti
Gli effetti della rete sulla fisiologia della pianta sono risultati generalmente positivi poiché connessi ad un’attenuazione delle temperature massime e al mantenimento di un’umidità più costante. Resta da chiarire l’effetto sull’accrescimento vegetativo e sul ritorno a fiore in seguito allo schiacciamento della chioma causato dal peso delle reti (foto 3). L’applicazione di reti è risultata funzionale nel ridurre la percentuale di frutti attaccati dalla mosca, garantendo una produzione uguale o superiore alle piante sottoposte a trattamento chimico. Per garantire la massima efficienza delle reti, ovvero per ridurre a zero l’attacco sui frutti della mosca anche in annate con forte pressione, è necessario mettere a punto idonee strategie che considerino il periodo di posizionamento delle reti e eventuali trattamenti pre-chiusura. In questo momento sono in corso alcune sperimentazioni per identificare le migliori strategie per assicurare l’assenza di mosche al di sotto della rete e per meccanizzare il posizionamento delle reti sulla chioma.
I risultati di questa sperimentazione forniscono indicazioni utili per le aziende che vogliono evitare l’impiego di fitofarmaci per il controllo della mosca delle olive e che puntano su produzioni a elevato valore aggiunto come nel caso di olive da mensa e/o in biologico.
Leggi l’articolo su Terra e Vita 28/2017 L’Edicola di Terra e Vita