Dalla valle dell’Ofanto alla gdo italiana ed europea. L’azienda: Società agricola Mauro e Giuseppe Di Stasi ss (Lavello - Pz)
200 ha di proprietà e 150 ha soggetti a contratti di coltivazione. Da questo ampio bacino agricolo, situato nella fertile valle dell’Ofanto, a cavallo fra Basilicata e Puglia, l’azienda agricola Di Stasi ottiene produzioni orticole autunno-vernine di alta qualità: bietola da coste, prezzemolo, sedano (bianco, verde), cavolfiore (bianco, verde, viola, romanesco), cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, pak choi, cicoria catalogna, cicoria puntarella, cima di rapa. L’annata è decorsa abbastanza tranquilla, salvo piccoli problemi fitosanitari. Ortaggi e
L’azienda Di Stasi offre cicoria catalogna sul mercato da ottobre sino alla fine di maggio. Verrà confezionata per la gdo svizzera.
Sedano verde in fase di raccolta, destinato alla gdo olandese. Le piante hanno coste di colore bianco-giallo, grandi, carnose, croccanti, di aroma poco intenso.
Cavolfiore bianco a ciclo di 110 giorni prossimo alla raccolta. La produzione è decorsa regolare, salvo attacchi di marciume nero del cavolo causati dal batterio Xanthomonas campestris pv. campestris.
Cavolo cappuccio a ciclo di 150 giorni, sarà pronto a febbraio. Come il cavolfiore (bianco, vede, viola e romanesco) e il cavolo verza, è molto richiesto dalla gdo italiana e austriaca.
Cavolo verza a ciclo di 150 giorni: sarà pronto alla fine di gennaio per la gdo italiana ed europea. L’azienda Di Stasi, per l’impegno nelle pratiche agricole e nelle tecniche di confezionamento ha meritato le certificazioni Global Gap, Gobal Grasp e Ifs.
verdure verranno destinati alla gdo italiana e centroeuropea.
G.F.Sportelli
DAI CAMPI – Ortaggi autunno-vernini
- Ultima modifica: 2015-11-26T17:40:43+01:00
da Redazione Terra e Vita
Un team del Cnr ha dimostrato che nelle piante la fertilità maschile è collegata a uno specifico messaggero del gene ARF8. L’indagine implica importanti ricadute in piante di interesse agrario di tipo ibrido che mostrano un maggior vigore rispetto a quelle prodotte per autofecondazione
Grazie alle minori emissioni di gas serra e al maggiore stoccaggio di carbonio nel suolo. Lo dimostra il progetto europeo “forage4climate” coordinato dal Crpa di Reggio Emilia.