Italia e Nuova Zelanda sono leader mondiali nella produzione ed esportazione di kiwi, seguite a debita distanza da Cile e Grecia. Nel 2014 l’offerta italiana si è attestata a circa 440mila t e le esportazioni hanno riguardato una fetta molto consistente della produzione, arrivando a circa 335mila t. In termini tecnici, si può affermare che, nel caso del kiwi, la propensione all’export, ossia il rapporto tra esportazioni e produzione è particolarmente elevato ed è pari a circa il 75%.
Ne consegue che per l’economia di questa filiera è imprescindibile il collocamento sui mercati esteri del prodotto italiano. L’elevata conservabilità del kiwi consente da un lato di distribuire le vendite nell’arco di molti mesi all’anno e, dall’altro, di raggiungere mercati di sbocco molto lontani.
L’alternanza della produzione dell’emisfero australe con quella dell’emisfero boreale determina due fasi ben distinte degli scambi internazionali. Da novembre ad aprile il mercato mondiale è controllato dai Paesi dell’emisfero Nord (Italia e Grecia sopra gli altri), mentre da maggio ad ottobre da quelli dell’emisfero australe (Nuova Zelanda e Cile).
La Nuova Zelanda rifornisce prevalentemente i mercati asiatici e quelli europei; il Cile destina la sua produzione ad Europa, America Latina e Usa; l’Italia è concentrata sui mercati europei, ma allo stesso tempo sta diversificando gli sbocchi di mercato per incrementare le spedizioni verso Stati Uniti, Canada, Brasile, estremo Oriente (Cina) e Penisola arabica.
In termini di valore, Nuova Zelanda e Italia sono i principali esportatori mondiali di kiwi. Nel 2014 hanno esportato per 1.075 milioni di €, rispettivamente 632 e 444 milioni di €. A seguire, nella graduatoria mondiale, si piazzano Belgio e Cile con esportazioni per 199 e 120 milioni di €, quindi Grecia (83 milioni), Paesi Bassi (40 milioni) e Francia (39 milioni).
È interessante notare come tra i principali esportatori mondiali troviamo Belgio (al quinto posto in termini di volumi spediti nel 2014), Paesi Bassi (settimo posto) e Lituania (ottavo) che non sono produttori di kiwi ma che svolgono una funzione di intermediazione e logistica tra Paesi produttori e Paesi consumatori.
La produzione made in Italy
I dati Istat indicano una superficie investita a kiwi in Italia pari a 24.800 ha e una produzione intorno al mezzo milione di tonnellate, posizionandosi così tra le più importanti specie frutticole a ridosso di mele, uve da tavola e pere. Quattro regioni (Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna) coprono oltre l’80% della superficie nazionale coltivata ad actinidia. Nel Lazio, la produzione è concentrata in provincia di Latina che vanta la denominazione di origine “kiwi Latina Igp”, ma la coltivazione è diffusa anche nelle province di Roma e Viterbo (fig. 2). Alle spalle del Lazio si posiziona il Piemonte con le province di Cuneo, Torino e Vercelli. A seguire si piazzano Veneto, con le province di Verona, Treviso e Rovigo; Emilia-Romagna con Ravenna, Forlì, Bologna e Ferrara; Calabria con la provincia di Reggio; Campania con Salerno, Caserta e Napoli e Basilicata con la provincia di Matera.
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