«Il futuro della nostra terra ha un nome: SalentoBio. Un nome che è un marchio per commercializzare varietà selezionate di piccoli frutti originari del Salento e del bacino del Mediterraneo, prodotti su terra rossa del Salento, secondo gli standard delle colture biologiche, con metodi ecosostenibili ed ecocompatibili, adatti alla coltivazione nei parchi naturali». È così che Piero Tunno, titolare dei Vivai Tunno di Taviano (Le), presenta il progetto SalentoBio, del quale è ideatore e anima.
Valorizzazione
Un progetto ambizioso, che punta a valorizzare le varietà autoctone salentine di melograno, fico, fico d’India, corbezzolo e di altri piccoli frutti, unendo l’offerta di produttori associati nella cooperativa “Terre del Salento” e puntando su mercati ricchi in Italia e all’estero.
«Crediamo a questo progetto perché è coerente con alcune tendenze che caratterizzano il mercato negli ultimi tempi, come l’attenzione alla salute, noi offriamo prodotti sani, nutrienti, salutari e biologici, oppure la cura e il rispetto dell’ambiente, i nostri prodotti sono pienamente ecosostenibili, anche nella fase di conservazione e la curiosità verso i sapori tradizionali, poiché i prodotti del Salento sono riconosciuti e apprezzati per i sapori unici e inimitabili. Inoltre si assiste a un aumento del consumo dei piccoli frutti, per le loro proprietà antiossidanti e alla riscoperta del melograno, sia come frutto fresco sia trasformato, in succhi e altro».
Per cogliere in pieno questa grande opportunità, sottolinea Tunno, «abbiamo realizzato un progetto territoriale di avanguardia, strutturando un’organizzazione capace di indirizzare la produzione del territorio verso una maggiore redditività e differenziazione. Con l’ausilio del progetto vogliamo rendere la produzione del Salento da una parte più reattiva alle aspettative di un mercato sempre più esigente, dall’altra capace di garantire prodotti unici ai quali venga riconosciuto un valore maggiore».
…
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 11/2017 L’Edicola di Terra e Vita