Nell’ultimo decennio il complesso delle malattie fungine del frumento ha subito una graduale evoluzione. Infatti, l’oidio (Blumeria graminis) e le ruggini gialla e bruna (Puccinia striiformis e P. recondita), riscontrate spesso negli anni ’90, hanno fatto registrare un decremento di frequenza e dannosità, complice soprattutto la coltivazione di varietà più resistenti. Per contro si è assistito al progressivo affermarsi del complesso della septoriosi (Septoria tritici e Stagonospora nodorum) e della fusariosi della spiga (Fusarium spp. e Microdochium nivale), che potrebbero essersi avvantaggiate dell’impiego di varietà più suscettibili, oltre che degli andamenti climatici maggiormente favorevoli a questi patogeni. Va ricordato che le varietà di frumento duro, maggiormente coltivate rispetto a quelle di frumento tenero nell’areale Centro Adriatico del nostro Paese, risultano particolarmente soggette agli attacchi della fusariosi della spiga soprattutto per la carenza di germoplasma dotato di resistenza o tolleranza alla fitopatia.
Tra i metodi di controllo della septoriosi e della fusariosi della spiga, la lotta chimica riveste un ruolo importante ma non sempre risolutivo. Per questo la corretta gestione di dette patologie deve essere inserita in un programma di lotta integrata che consideri sia la prevenzione agronomica, sia la difesa fitosanitaria. A tal fine è fondamentale, in particolare per il frumento duro, evitare di assommare contemporaneamente più fattori di rischio quali la semina di varietà maggiormente sensibili e la minima lavorazione o la semina su sodo dopo cereali estivi. Il doppio trattamento, mediante l’applicazione di una strobilurina alla levata e di un triazolo e/o imidazolo in spigatura consente il prolungamento dell’attività fotosintetica della foglia a bandiera e previene l’infezione da Fusarium spp. e la contaminazione da micotossine (DON = deossinivalenolo) delle cariossidi, consentendo di migliorare significativamente qualità e sanità della produzione. Per l’applicazioni fitoiatrica da effettuarsi esclusivamente alla spigatura, il ricorso all’uso di miscele di diversi principi attivi consente di ampliare lo spettro di azione del trattamento e di prevenire l’insorgenza di fenomeni di resistenza.
Qualora durante la spigatura si dovessero riscontrare infestazioni di cimici e/o afidi, è opportuno miscelare al fungicida un preparato insetticida quando si raggiungono le seguenti soglie di intervento: presenza di almeno 5 individui adulti di cimice/mq e di non meno 5-7 afidi/spiga sull’80-90% dei culmi.