Il rapporto 2017 del ministero della Salute sul consumo di bevande alcoliche segnala un calo dei consumi abituali di alcol ma un aumento dei consumi saltuari ed eccessivi.
Il fenomeno mostra quindi un profilo completamente nuovo rispetto agli ultimi decenni soprattutto se si considera che, il consumo di bevande alcoliche occasionale e al di fuori dei pasti è una condizione ancor più dannosa per le patologie e le problematiche correlate.
Secondo i dati acquisiti dall’Istat, nel corso del 2016, il 64,7% degli italiani di 11 anni e più pari a 35 milioni e 171mila persone, ha consumato almeno una bevanda alcolica, con prevalenza notevolmente maggiore tra i maschi pari al 77,3% rispetto alle femmine con il 52,9%. Nel 2016, nella popolazione di 11 anni e più che ha consumato alcolici nell’anno, beve vino il 51,7% di cui 64,9% maschi e 39,3% femmine. Nella stessa popolazione considerata beve birra il 47,8%, con una prevalenza dei consumatori di sesso maschile (62,5%) doppia rispetto a quella femminile (34%). Gli aperitivi alcolici, amari e superalcolici sono consumati nel 2016 dal 43,2% della popolazione di età superiore a 11 anni e come nel caso della birra, la prevalenza tra i maschi (56,0%) è circa il doppio rispetto a quella tra le femmine (31,1).
Il 21,4% dei consumatori e cioè 11 milioni 641mila persone, beve quotidianamente, di cui il 32,4% tra i maschi e l’11,2% tra le femmine.
Nell’anno 2016 si osserva quindi una diminuzione rispetto all’anno precedente dei consumatori giornalieri che nel 2015 erano il 22,2%, mentre cresce la quota di quanti consumano alcol occasionalmente che passa dal 42,2% al 43,3% e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti che nel 2014 erano il 26,9%, nel 2015 erano il 27,9%, nel 2016 risultano il 29,2%.
Nell’anno 2016 i consumatori giornalieri di bevande alcoliche che hanno bevuto vino sono stati il 19,4% (29,1% maschi e 10,3% femmine), mentre hanno bevuto birra il 4,3% (7,4% maschi e 1,5% femmine) ed infine hanno bevuto aperitivi, amari, superalcolici lo II 0,5% (0,9% maschi e 0,2% femmine). Il consumo di alcol è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-est, e tra i maschi.
Nella fascia di età 11-24 anni è soprattutto diffusa la consuetudine di bere alcolici fuori dai pasti, con una frequenza di almeno una volta a settimana, ciò indica un comportamento nel consumo di alcol adottato in modo abituale e potenzialmente a rischio.
Il rapporto precisa quindi che occorre considerare il consumo di alcol tra i giovani come una criticità che suggerisce di mantenere alta l’attenzione su questa fascia di popolazione. I comportamenti a rischio sul consumo di alcol nella popolazione giovanile sono particolarmente diffusi nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Il fenomeno è comunque differenziato per genere, tra i ragazzi è circa il doppio rispetto alle ragazze. Nel 2015 il consumo abituale eccedentario, nella classe di età 18-24 anni era il 2,1%, di cui il 2,8% maschi e l’1,4% femmine. Nel 2016 il consumo abituale eccedentario, nella stessa classe di età è stato l’1,6%, di cui il 2% maschi e l’1,3% femmine.
Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking, che comporta l’assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo, rappresenta l’abitudine più diffusa e consolidata. Nel 2015 il fenomeno del binge drinking riguardava il 15,6% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 22,2% erano maschi e il 8,6% erano femmine. Nel 2016 il fenomeno del binge drinking ha riguardato il 17% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 21,8% maschi e l’11,7% femmine.