Accesso immediato al mercato internazionale anche per le piccole e medie imprese, trasparenza e monitoraggio costante dei prezzi dei prodotti, chiarezza e standardizzazione della contrattazione, riduzione del contenzioso tra le parti. Sono gli obiettivi e gli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma telematica regolamentata per la contrattazione dei prodotti agricoli e agroalimentari, realizzata da Borsa Merci Telematica Italiana e presentata ad Expo.
Standard di Parigi
Lo strumento, che prende le mosse dall’esperienza maturata a livello nazionale da Bmti, si basa sulle prassi del commercio internazionale (standard Bureau di Parigi) ed è potenzialmente aperta agli scambi tra tutti i Paesi del mondo. Parola chiave del progetto, tenuto a battesimo dal ministro Maurizio Martina, è condividere regole ben definite per la contrattazione, affinché le imprese appartenenti nazioni diverse possano effettuare gli scambi in un contesto chiaro e trasparente, a prova di frode e “fraintendimenti”.
«La piattaforma – ha evidenziato Martina – fa parte dell’eredità che Expo vuole lasciare al sistema agroalimentare. Uno strumento concreto, che utilizza la tecnologia per facilitare l’incontro tra modelli agricoli e per agevolare i rapporti di filiera, tutelando i soggetti contrattualmente più deboli». In effetti l’idea di una piattaforma internazionale per favorire gli scambi agroalimentari è maturata quasi in contemporanea ad Expo: il progetto fu portato al Bie (Bureau international des expositions) insieme alla presentazione di Milano quale sede dell’esposizione universale 2015. «Lo strumento che oggi mettiamo a disposizione delle istituzioni e delle imprese – ha affermato Andrea Zanlari, presidente Bmti – rappresentano il contributo concreto che la nostra società e il Sistema delle Camere di commercio italiane vogliono dare agli impegni della Carta di Milano».
Egitto, il primo accordo
Nella pratica, affinché la piattaforma diventi effettivamente operativa, sono necessari due passi: il primo, più semplice, riguarda l’accreditamento degli operatori, che devono ovviamente appartenere al settore agroalimentare e rispettare regole basilari dell’imprenditoria e del commercio; il secondo, più complesso, riguarda la stipula di accordi tra le istituzioni italiane e quelle dei Paesi che intendono aderire allo strumento. Negli scorsi mesi il sistema è stato testato con due Paesi, Egitto e Tunisia, all’interno del mercato ortofrutticolo. Entro novembre dovrebbe essere firmato il primo accordo ufficiale, proprio con l’Egitto. Del resto, ha concluso Annibale Feroldi, direttore Bmti, «il nostro primo target è il bacino del Mediterraneo, il mercato più naturale e con maggiori potenzialità di immediato sviluppo. Questo è però solo l’inizio di un percorso che cercheremo di sviluppare nei prossimi mesi».
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