Nella prima settimana di maggio è iniziata la raccolta dei primi quantitativi di albicocche in coltura protetta della varietà Ninfa nelle aree precoci del metapontino. L’anomalo andamento climatico invernale, caratterizzato da temperature particolarmente miti, ha determinato un anticipo della raccolta di 10-15 giorni rispetto ai normali calendari.
Le prime quote di prodotto dal profilo qualitativo abbastanza soddisfacente avviate sul circuito commerciale hanno trovato facile collocazione grazie all’interesse della domanda.
Ciò ha permesso alle quotazioni di posizionarsi su livelli decisamente superiori a quelli di esordio del 2015 e del 2014, ma inferiori rispetto al 2013, anno che è stato caratterizzato da livelli produttivi particolarmente bassi.
Ma una rondine non fa primavera ed allo stesso modo un esordio positivo rappresenta un buon viatico per l’attuale campagna commerciale, ma è necessario esser cauti ed attendere di verificare l’impatto del clima sulla produzione anche in considerazione del fatto che il meteo ha continuato a fare le bizze, rischiando di compromettere parte del raccolto.
La produzione italiana
I dati Istat evidenziano come la produzione italiana di albicocche sia presente in quasi tutte le regioni a più spiccata vocazione frutticola. Sebbene la presenza delle piantagioni di albicocche sia diffusa lungo tutto lo Stivale, Campania, Basilicata ed Emilia-Romagna concentrano più dei due terzi della produzione nazionale (fig. 1). Anche la ripartizione a livello di provincia conferma questa indicazione, infatti tra le prime dieci province compaiono Napoli, Caserta e Salerno per la Campania; Ravenna, Bologna, Forlì Cesena per l’Emilia-Romagna e Matera che si piazza al primo posto assoluto.
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