L’Ue ha rilanciato la procedura di infrazione contro l’Italia per i mancati interventi di prevenzione del contagio da Xylella. La Procura di Lecce ha disposto il dissequestro dei 2.223 ulivi interessati da ordini di abbattimento nell’ambito del piano di interventi anti-Xylella. La Giunta regionale ha approvato un disegno di legge che inquadra in un’unica cornice le iniziative necessarie per gestire l’infestazione da Xylella e salvaguardare gli ulivi pugliesi. Sono questi i capitoli che da fine luglio si sono aggiunti alla “saga” del batterio che sta devastando l’olivicoltura del Salento.
In primo luogo, dunque, la Commissione europea ha inviato al Governo italiano una nuova lettera di messa in mora per chiedere l’eradicazione delle piante infette e l’attuazione delle misure di contenimento. La lettera non ha aperto una nuova procedura di infrazione, ma integrato e aggiornato quella già inviata a maggio.
Sulla richiesta dell’Ue ha sicuramente influito la sentenza del 9 giugno della Corte di giustizia europea sul ricorso del Tar Lazio riguardo agli abbattimenti degli ulivi, comprese le piante sane nel raggio di 100 m da quelle malate: la sentenza aveva affermato in modo chiaro che le eradicazioni sono legittime. Legittimità avvalorata da tre importanti studi scientifici (vedi riquadro), che hanno assestato duri colpi alle speculazioni dei complottisti riguardo al disseccamento degli ulivi.
Questi studi hanno altresì fatto crollare i pilastri dell’edificio accusatorio eretto dalla Procura di Lecce, che il 18 dicembre 2015 aveva disposto il sequestro di tutti gli ulivi salentini per cui era stata disposta l’eradicazione e l’invio di avvisi di garanzia al commissario di governo Giuseppe Silletti e a nove dirigenti e ricercatori che si erano occupati di Xylella. Secondo la Procura leccese, l’Ue sarebbe stata tratta in inganno con una falsa rappresentazione dell’emergenza Xylella, basata su dati impropri e sull’inesistenza di un reale nesso di causalità fra il batterio e il disseccamento degli ulivi!
Così, sempre a fine luglio, la Procura di Lecce ha disposto, con decreto di restituzione, il dissequestro dei 2.223 ulivi. Ma lo ha fatto ritenendo che non vi sia più alcun rischio di abbattimento degli ulivi!
«La restituzione – ha anzi motivato il procuratore capo Cataldo Motta – è legata alla cessazione dello stato di emergenza, all’avanzamento della ricerca, con l’avvio di una task force regionale ad approccio multidisciplinare, e agli spiragli concessi dalla Corte di giustizia per la modifica delle determinazioni Ue.
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