La lotta biologica è la soluzione più promettente per la protezione dei cereali stoccati. Per tentare di contenere le infestazioni degli insetti all’interno degli stabilimenti, negli ultimi decenni si è infatti assistito al progressivo diffondersi degli approcci metodologici del controllo integrato, già ampiamente impiegati e collaudati in campo agricolo. I feromoni sessuali delle principali specie dannose, ad esempio, possono essere impiegati sia per la cattura massale sia per la confusione sessuale. Le possibilità applicative e i limiti dei due metodi sono abbastanza simili; con infestazioni molto elevate queste tecniche risultano poco efficaci in quanto non riescono ad impedire completamente le possibilità di incontro tra gli esemplari dei due sessi.
Lanci inondativi
I magazzini di stoccaggio possono rappresentare un ambiente idoneo per realizzare dei lanci inondativi di entomofagi provenienti da allevamenti massali. Oggi, ad esempio, la società svizzera Andermatt Biocontrol, sta commercializzando un set di insetti utili utilizzabili per il controllo biologico di alcune delle principali specie di insetti dannosi ai cereali (vedi tab. 1). Questi insetti parassitizzano la specie dannosa senza danneggiare i prodotti stoccati e muoiono una volta che hanno ucciso il loro ospite. Si tratta di specie autoctone, ampiamente diffuse in Europa e prodotte in massa in laboratorio.
Diatomee anche in Italia?
Interessante è anche la possibilità di impiegare preventivamente, un prodotto naturale come le terre di diatomee (in corso di inserimento nell’allegato II del reg. CE 834/2007 per l’agricoltura biologica) per il contenimento di diversi Coleotteri e Lepidotteri delle derrate. Anche questa tecnica non lascia residui indesiderati, non interferisce con la qualità dei cereali sia a livello germinativo che per la loro trasformazione ed è inodore. Attualmente il formulato “SilicoSec” è disponibile solo per i produttori biologici di Svizzera e Germania ma è prevedibile che presto questa possibilità venga concessa anche ai produttori italiani.
Queste tecniche di contenimento biologico, visto l’aumento dei fenomeni di resistenza dei fitofagi chiave alla fosfina e a diversi altri principi attivi impiegati con altre modalità di applicazione, possono rappresentare un importante fattore di contenimento delle infestazioni; mantenendo delle caratteristiche qualitative di pregio della derrata, nel rispetto della salubrità del prodotto e della sua sicurezza dal punto di vista tossicologico. Si tratta dell’evoluzione più recente di un problema che ha radici antiche.
Caldo e CO2, soluzioni antiche
La difesa delle derrate e in particolare dei cereali immagazzinati è infatti un problema che risale alle origini dell’agricoltura. Residui di insetti pressoché fossilizzati sono stati rinvenuti nelle “fosse granarie” utilizzate sin dal neolitico (4590- 3530 a.C.) nel Foggiano. La presenza di masse di granaglie accantonate offriva cibo abbondante per insetti per cui numerose specie, dal pieno campo si trasferirono nei magazzini, insediandosi in pianta stabile. Anche i primi tentativi di lotta partono da lontano: già prima di Cristo fu evidenziata l’importanza di una buona essiccazione dei cereali prima dell’immagazzinamento per far sì che i “punteruoli” fuggissero dal frumento riscaldato dal sole, per essere catturati in recipienti pieni d’acqua. Probabilmente il primo esempio di cattura di massa. Un secolo dopo Cristo, invece, si consigliava di edificare magazzini per cereali aperti ai venti di Est e Nord, elevati dal terreno per ostacolare l’arrampicamento da parte dei topi, da installare in ambienti asciutti. Si suggeriva, in alternativa, di immagazzinare le cariossidi in apposite buche sotterranee, creando situazioni di ermeticità tali da uccidere, grazie all’anidride carbonica naturalmente prodotta dai semi, eventuali infestanti presenti.
Venti specie nel mirino
Il termine “insetti delle derrate” indica oggi una serie di Coleotteri e Lepidotteri che attaccano e danneggiano le derrate alimentari. Nel mondo si contano oltre 300 specie dannose, ma di queste sono meno di 20 quelle che provocano danni ingenti alle derrate immagazzinate.
I cereali vengono stoccati in una molteplicità di ambienti caratterizzati da condizioni termo-igrometriche costanti e prossime all’optimum di molti organismi infestanti, dalla disponibilità pressoché illimitata di cibo ad elevato valore nutrizionale e, soprattutto, dalle particolari caratteristiche strutturali che creano microambienti in grado di proteggere gli infestanti dall’azione di molti insetticidi. Gli insetti dannosi possono essere distinti in specie primarie, che vivono a spese di cariossidi integre (ad es. Sitophilus spp. e Rhyzopertha dominica vedi tab. 2) e in specie secondarie che vivono a spese di cariossidi danneggiate da manipolazioni o da attacchi primari. Gli attacchi degli insetti, oltre ad un danno diretto, provocano anche un danno indiretto dovuto alle contaminazioni che provocano fra cui hanno particolare importanza la trasmissione di spore fungine e la creazione di condizioni idonee al loro sviluppo per temperatura e umidità. Inoltre i cereali attaccati dagli insetti aumentano la loro polverosità e sono più soggetti alla contaminazione da parte di muffe con il possibile sviluppo di micotossine.
Fosfina, istruzioni d’uso
Per ridurre il rischio di contaminazioni i magazzini e le attrezzature per la movimentazione dei cereali devono essere accuratamente pulite e private di polveri e residui del precedente stoccaggio. Per cereali già infestati, invece, in alternativa o in attesa del definitivo sdoganamento dei mezzi biologici già descritti, esistono dei mezzi chimici per le operazioni di disinfestazione, come l’impiego della fosfina un fumigante il cui utilizzo è consentito per una sola volta nell’arco del periodo dello stoccaggio. Dopo l’impiego di questo gas tossico le cariossidi devono subire aerazione e ventilazione per 48 ore e il cereale non può essere macinato prima di 4 giorni. L’impiego degli insetticidi di sintesi, invece, spesso è reso difficile dalla presenza di polvere e dalla scarsa persistenza dei prodotti disponibili.
In ogni caso l’impiego dei mezzi fisici impiegato per limitare i funghi micotossigeni e la produzione di micotossine (refrigerazione forzata, atmosfera controllata) è molto efficace anche per prevenire le contaminazioni da parte degli insetti.
STRUMENTI PER IL MONITORAGGIO
Trappole a sonda e a feromoni
La presenza di popolazioni di insetti fitofagi nelle aree di stoccaggio dei cereali può essere verificata mediante il campionamento della massa seguita da setacciatura o attraverso il collocamento di strumenti idonei alla loro cattura (ad esempio trappole a sonda o trappole a feromoni sessuali) sia all’interno della massa dei cereali sia nello spazio libero del magazzino o del silo. Le trappole a sonda devono essere collocate all’interno della massa dei cereali in modo che possano intercettare con più facilità le popolazioni di insetti eventualmente presenti e in ogni struttura di stoccaggio orizzontale devono essere collocate almeno 2 trappole (con magazzini fino a 200 m2) più 1 trappola aggiuntiva per ogni ulteriore 200 m2 di magazzino piano. Nel caso dei silos, indipendentemente dalla loro capacità, è sufficiente collocare due trappole.
Per completare il monitoraggio, in abbinamento alle trappole, è necessario ispezionare visivamente la parte libera delle pareti e il soffitto del magazzino, oltre a tutta la superficie della massa per valutare lo stato complessivo del cereale e della struttura utilizzata.
La presenza di fitofagi nelle trappole o nei campioni setacciati rende necessaria l’adozione degli interventi di controllo (raffreddamento della massa, verifica della composizione dell›atmosfera, trattamenti di disinfestazione con i presidi sanitari autorizzati, ecc.).
Leggi l’articolo su Terra e Vita 16/2017 L’Edicola di Terra e Vita