Chi pensa che lo zucchero italiano sia al capolinea, cambi canale. La barbabietola da zucchero, dopo la devastante riforma comunitaria che ha fatto sparire quasi tutti gli zuccherifici italiani e dopo i saliscendi di prezzo (più scendi che sali) che avevano minato alla base la coltura, torna a essere attraente. La pensano così in casa Coprob (Cooperativa Produttori Bieticoli), unico produttore nazionale di zucchero 100% italiano, che chiude l’esercizio 2016 con un fatturato di 202 milioni di euro, un margine operativo lordo (Ebitda) pari a 16 milioni di euro, un utile di 3,6 milioni e, soprattutto, un ristorno ai soci di 3 milioni €.
«Quello che si è appena chiuso - sottolinea il presidente Coprob, Claudio Gallerani - è il 54° bilancio della cooperativa, l'ultimo realizzato in un scenario di riferimento caratterizzato dal regime delle quote di produzione, che termineranno il primo ottobre 2017. Ora si va sul mercato aperto, ma la cooperativa e i bieticoltori che ne fanno parte ci vanno con uno spirito positivo, frutto degli ultimi risultati e del sensibile incremento delle rese, delle produzioni e della redditività della coltura. Non a caso ai nostri soci garantiremo un ristorno di 2,2 euro per tonnellata di bietola, che mediamente significa avere 130 euro/ha in più, ai quali si aggiungono gli 83 euro/ha per il premio triennale. In un anno positivo la cooperativa ha inoltre voluto premiare i dipendenti con 350 euro. Sono tutti segnali che confermano la vitalità di Coprob e la volontà di continuare a fare bieticoltura. I soci della cooperativa credono fermamente nella produzione di zucchero italiano e stiamo valorizzando la produzione nazionale, quale garanzia di continuità di approvvigionamento per l’industria agroalimentare oltre che di certificazione sotto il profilo ambientale e della qualità».
L'innovazione è al centro della nuova bieticoltura. «In pochi anni - evidenzia Massimiliano Cenacchi, responsabile dell'area agricola di Coprob - abbiamo fatto passi da gigante a livello colturale. Un tempo le 10 t/ha di saccarosio erano una chimera. Ora quasi una norma. Nuove varietà, grande attenzione alla gestione dell'acqua, l'apporto dei biostimolanti: la media produttiva dei nostri conferenti nei due stabilimenti di Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd) ha toccato le 9,4 t/ha di saccarosio e quest'anno, in due casi, uno per bacino, abbiamo raggiunto l'esorbitante cifra di 16 t/ha. Al di là dei picchi possiamo dire che praticamente tutte le aziende possono già produrre nella forbice compresa fra 10 e 12 t/ha di saccarosio». Che, seguendo gli antichi detti, sarebbe come dire 700 quintali di bietole a 15° di polarizzazione.
Anche la campagna 2017 si apre sotto buon auspici: 32.625 ettari seminati (poco più di 20mila a Sud del Po, il restante a Nord del Po), 3.691 aziende interessate e coltivazioni che a metà giugno promettono risultati di tutto rispetto.