Incidenti stradali, che procurano purtroppo non solo ingenti danni materiali, ma sovente anche danni inaccettabili e irreparabili alle persone, effetti devastanti sulle colture, crescenti problemi di ordine sanitario per la facilitata diffusione di malattie. Sono questi i preoccupanti e drammatici effetti derivanti dell’incontrollata e incontrollabile presenza degli ungulati, e in particolare del cinghiale, fin dentro gli agglomerati urbani. Lo evidenzia Confagricoltura che chiede l’adozione di urgenti e non più rinviabili interventi finalizzati a ricondurre le consistenze di tali popolazioni selvatiche entro accettabili livelli di sostenibilità territoriale ed ambientale.
«L’incremento incontrollato della popolazione di ungulati – rimarca l’organizzazione degli imprenditori agricoli - oltre a essere motivo d’alterazione dell’ecosistema e quindi di compromissione della presenza delle altre specie autoctone, è sempre più causa di gravissimi danni alle attività agricole provocati dal massiccio sconfinamento di tali specie verso aree vocate e ad alta produttività».
In vista della Conferenza Stato-Regioni che si accinge a ridefinire alcuni passaggi della normativa sugli indennizzi dei danni alle culture agricole, Confagricoltura chiede che da un lato ci si adoperi a superare le limitazioni europee all’integrale risarcimento dei danni subiti e a armonizzare e semplificare le procedure, e che dall’altro si pongano le basi normative per un effettivo contenimento delle popolazioni selvatiche in rapporto alla sostenibilità territoriale, anche a garanzia dell’incolumità pubblica.