Il Crpv (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) ha presentato i risultati del progetto di breeding Maspes, intrapreso nel 2007 e sovvenzionato da alcune Op e vivaisti emiliano-romagnoli, tra cui Geoplant Vivai: una nuova linea varietale di albicocche, pesche e nettarine distinguibile per qualità, resistenza e produttività.
La selezione assistita
Il progetto Maspes, fondato su metodologie innovative basate sulla genomica e in particolare sulla Mas (Marker-Assisted Selection, cioè selezione assistita), ha presentato alcune promettenti selezioni di drupacee, studiate per rispondere alle esigenze del consumatore e, contemporaneamente, alle richieste del mercato. Fra le varietà già licenziate alcuni anni fa, per albicocco fanno capolino Pieve, caratterizzata da buona rusticità, ottimo sapore e aspetto attraente, e Petra, interessante per la pezzatura elevata e la notevole consistenza del frutto. Per quanto riguarda il pesco va segnalata Bordò, varietà precoce dalla buonissima consistenza, mentre tra le nettarine emergono Rebus 028, varietà anch’essa precoce, con un gusto e un aspetto decisamente gradevoli, e Dulciva, cultivar tardiva altamente produttiva.
L'importanza della filiera
Se da un lato è importante dar conto dell’effetto concreto della ricerca – rintracciabile nell’individuazione di varietà dotate di buona rusticità, aspetto piacevole, gusto intenso e considerevole resistenza alle patologie (Sharka e Monilia su tutte) – dall’altro occorre sottolineare l’incidenza della cooperazione dell’intera filiera per realizzare il progetto. La società agricola Geoplant Vivai di Savarna (RA) ha dimostrato di credere nel rapporto tra vivaisti e produttori e di voler convogliare le proprie risorse in un progetto capace d’innalzare la qualità della produzione vivaistica, attraverso l’offerta di piante già strutturate e pronte a una rapida immissione sul mercato. Un traguardo, quello raggiunto con Maspes, che dimostra l’importanza dell’impegno di Geoplant nel campo dell’innovazione varietale ma anche la plus valenza della cooperazione in materia di ricerca e sperimentazione: «Ritengo che tutte le anime della filiera debbano far fronte comune per raggiungere dei risultati condivisi – ha affermato il fondatore di Geoplant Vivai Secondo Danesi – partendo, per esempio, dal miglioramento delle tecniche di conservazione e dall’investimento sui campi di piante madri».
Albicocche di alto profilo organolettico
Focalizzati sul progetto Maspes anche i contributi di Raffaele Drei (neo presidente del Crpv), del professor Daniele Bassi dell’Università degli Studi di Milano, del Direttore di Crpv Alvaro Crociani e di Piero Turroni (rappresentante dei Produttori New Plant), convinti sostenitori del lavoro di squadra e del valore della qualità nella proposta di nuove selezioni.
Il coordinatore tecnico di Maspes Stefano Foschi (Crpv) ha illustrato le peculiarità di altre due cultivar nate dal progetto di breeding Maspes, Nirosa 1 e Nirosa 2: varietà autofertili che si differenziano per lo standard qualitativo molto elevato, soprattutto per quanto concerne il gusto, gli aromi e il grado zuccherino. Si tratta di varietà bicolori dalle particolarità organolettiche di altissimo profilo, a fronte delle quali è lecito ravvisare delle analogie rispetto a cultivar di albicocco un tempo molto affermate e oggi non più disponibili sul mercato (una su tutte: “Reale d’Imola”).
Caselli: Emilia-Romagna in prima linea per la ricerca
L’intervento di Simona Caselli, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, ha invece ricordato il ruolo di primo piano della regione nell’attività di ricerca, testimoniato dal numero fuori dal comune di Goi (Gruppi Operativi per l’Innovazione) costituiti nell’ambito della rete dei Partenariato Europeo dell’Innovazione (Pei): «L’Italia – ha precisato l’Assessore – ha 150 Goi, di cui 93 provengono dall’Emilia-Romagna. Un dato straordinario, che diventa ancor più sorprendente se valutato nel panorama complessivo dell’Unione Europea, che conta attualmente circa 400 Goi». Infine, l’assessore Caselli ha ribadito l’importanza della sinergia tra la parte scientifica e quella vivaistico-produttiva, senza cui il processo di ricerca e sviluppo non potrebbe essere avviato.