Frumento tenero verso quota 300€/t
Italia
l’offerta langue a fronte di una domanda ben conscia del delicato momento internazionale. I grani in genere si rafforzano e anche i comunitari di media qualità sono appetiti a fronte delle notizie negative dal Canada e dall’Australia. I detentori si arroccano e il mercato, da mesi in tendenziale aumento, torna a volare. A sostenere le quotazioni anche i ritardi nelle semine al Nord che confermerebbero una diminuzione degli ettari. Milano e Bologna fanno registrare aumenti di 8-10 €/t su tutte le classi con i grani di forza nazionali ormai prossimi a quota 300 €/t arrivo molino.
Duro, su senza impennate

Italia
in un clima cerealicolo caldissimo, è il solo cereale con andamento sostenuto, ma senza impennate. La sensazione è che l’assenza di domanda abbia addormentato il mercato, allontanandolo dalla realtà mondiale. Possibile risveglio a breve non appena i molini torneranno all’acquisto; il differenziale di prezzo con il mercato europeo e mondiale si fa imbarazzante. Le semine Italia restano in forte ritardo e se al Sud si continua a seminare al Centro-Nord i giochi potrebbero essere fatti. Milano, con un +8 €/t si allinea a Bologna, che registra “solo” un + 3 €/t.
Mais, ancora più caro |
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Cereali foraggeri e oleaginose |
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