Il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, lo aveva promesso. Sull’Imu, la nuova tassa che sostituisce l’Ici e picchia duro sui fabbricati agricoli (abitativi e strumentali), aveva chiesto una riflessione perché l’onere si stava rivelando insostenibile per gli agricoltori. Per le associazioni la bolletta è di un miliardo, un dato condiviso anche dal ministero.
E il primo risultato è stato l’apertura di un tavolo al ministero dell’Economia a cui partecipa con le organizzazioni agricole anche il Mipaaf. La partita è troppo importante e strategica per il futuro del settore e dunque il ministero vuole giocarla in prima linea. Ma nel decreto fiscale in programma al prossimo Consiglio dei ministri di venerdì prossimo, secondo le associazioni agricole, non ci sarà alcun intervento riparatore. I lavori di verifica infatti sono ancora in corso. L’unico dato certo per ora, è che c’è una gran confusione e soprattutto mancano dati certi. Potrebbe invece spuntare l’attesa agevolazione sul gasolio agricolo.
Nicola Caputo, direttore Servizio tributario-fiscale di Confagricoltura, ribadisce che i conti dell’Economia sull’Imu sono stati fatti sulla base di stime basse, invece dai numeri delle organizzazioni emerge una situazione pesantissima. Caputo ricorda che non c’è certezza neppure sull’effettivo numero dei fabbricati, perché l’accatastamento degli edifici attualmente iscritti al catasto terreni si concluderà entro fine novembre. E dunque c’è ancora un numero rilevante di case, stalle e fienili che non risultano e su cui si abbatte la scure Imu. La situazione non è omogenea nel senso che al Nord ci sono realtà più strutturate e il conto risulta decisamente più gravoso rispetto al Sud. Ma il risultato non cambia. Oggi è di oltre un milione e mezzo il numero di fabbricati iscritti a cui si aggiungeranno quelli per i quali la scadenza è del 30 novembre. Entro fine giugno dovranno invece essere segnati nella categoria giusta (A6 e D10) i fabbricati rurali. E a questo proposito Caputo ricorda che sta per uscire il decreto ministeriale con le indicazione sulla qualificazione rurale degli edifici.
Tornando alla riforma fiscale per l’esponente di Confagricoltura sarà difficile trovare novità per l’agricoltura dopo «la botta dell’Imu».
«Dal prossimo decreto fiscale – spiega Massimo Bagnoli, responsabile settore consulenza fiscale e finanziaria della Cia – non ci aspettiamo ancora correttivi sull’Imu perché il tavolo è all’opera, ma vorremmo invece trovarci la riduzione dei costi dei fattori produttivi e quindi l’auspicio è che ci sia l’intervento sui carburanti per compensare, almeno in parte, la cancellazione delle agevolazioni sull’accisa, in particolare per le serre». Per Bagnoli comunque bisogna trovare una soluzione per tutto il settore con «il gasolio agricolo a oltre un euro».
Il nervo scoperto resta però l’Imu: «Una stangata che non viene affatto compensata dalla riduzione dell’impatto Irpef che comporta uno sgravio minimo rispetto al più di un miliardo di costi fiscali aggiuntivi. Uno sgravio da cui sono esclusi molti terreni che sono in area svantaggiata e non sono perciò soggetti all’Imu».
E l’ennesimo Sos è stato lanciato dalla Coldiretti che ricorda che nel 2011 sono state chiuse 20mila aziende agricole e ora con la bolletta Imu la situazione è destinata a peggiorare. «La nuova Imu avrà infatti – sottolinea la Coldiretti – un impatto pesante su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole ».
Il mondo agricolo punta i riflettori sul bonus gasolio per compensare il taglio delle agevolazioni
Imu, correttivi ancora da studiare
Proseguono le verifiche al tavolo Economia-Mipaaf-organizzazioni sull’impatto della nuova tassa