Il Parlamento europeo ha approvato, a Strasburgo, il ‘pacchetto’ di misure a favore del settore lattiero-caseario in Europa, dopo la grave crisi del 2009 con la caduta dei prezzi a livelli inferiori ai costi di produzione.
Il punto forte è rappresentato dall’accresciuto potere contrattuale degli allevatori nella filiera, in modo da garantire loro prezzi giusti per il latte prodotto, e aiutarli a preparare l’uscita, nel 2015, dal sistema europeo delle quote latte.
Dopo il via libera al ‘pacchetto’ del Parlamento europeo (574 voti a favore, 97 contrari, 18 astensioni), per entrare in vigore il regolamento dev’essere formalmente ratificato dal Consiglio e sarà valido fino a giugno 2020. Questi i punti salienti:
- potere contrattuale: per garantire il rispetto della concorrenza sleale, il volume di latte crudo oggetto dei negoziati fra le organizzazioni di produttori e quelle dei trasformatori non potrà superare il 3,5% della produzione totale della Ue, né il 33% della produzione nazionale o, in alternativa, il 45% nei Paesi in cui la produzione totale è inferiore alle 500mila tonnellate;
- contratti: spetta ai singoli Stati membri decidere se imporre contratti obbligatori o facoltativi per le forniture del latte all’interno del territorio nazionale. I contratti obbligatori, se introdotti, dovranno essere stipulati prima della fornitura e indicare il prezzo, ma anche le scadenze dei pagamenti e gli accordi sulla raccolta e la fornitura del latte. I governi possono anche introdurre una durata minima di almeno 6 mesi;
- zone svantaggiate: per assicurarsi che anche i produttori delle zone geograficamente svantaggiate beneficino delle nuove regole, il Parlamento chiede alla Commissione due relazioni: entro luglio 2014 ed entro la fine del 2018;
- controllo offerta formaggi dop-igp: i governi nazionali possono attivare un sistema di regolazione dell’offerta di questi prodotti, a condizione che non provochi distorsioni di concorrenza o colpisca negativamente i piccoli produttori di formaggi. Qualsiasi proposta di regolazione dell’offerta dei formaggi di qualità dev’essere approvata da almeno due terzi dei produttori di latte che forniscono almeno due terzi del latte crudo utilizzato per la produzione di quei formaggi.