È il lago di Como, il cui livello (7,6% della capacità di riempimento) si avvicina rapidamente al minimo storico, a ben rappresentare la sempre più preoccupante situazione idrica del Nord Italia, dove l’assenza di significative precipitazioni si accompagna allo scarso manto nevoso ancora presente sulle montagne.
Nel comprensorio del Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, a cavallo tra Lombardia ed Emilia Romagna, è iniziato l’invaso dei canali per garantirsi l’acqua necessaria nell’ormai probabile caso di siccità.
Riempimento dei canali
«Il prelievo idrico avviene dal fiume Po nel comune di Boretto tramite due stazioni di pompaggio idraulico per 20mila l/sec - indica il direttore dell’ente consortile, Raffaele Monica -. L’acqua viene immessa nel canale Derivatore e poi distribuita nel comprensorio attraverso canali irrigui, costruiti appositamente nel secondo dopoguerra; in pochi giorni tutti gli alvei stanno raggiungendo la quota indicata».
“Il Consorzio – aggiunge la presidente, Ada Giorgi – attivandosi in anticipo, è riuscito a ottenere il rinnovo della concessione fino al 2046, confermando gli attuali limiti di portata; così, concluse le operazioni di rimozione della sabbia depositata dal fiume in corrispondenza delle pompe, ha potuto avere inizio l’attività di derivazione. Questo per aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici e rispondere alle necessità degli agricoltori, che non possono certo attendere i tempi della burocrazia: se la risorsa serve, va erogata immediatamente».
Agire con lungimiranza
“Per avere futuro – conclude Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) - bisogna affrontare le sfide con lungimiranza. Trasformare i canali in bacini per trattenere acqua in previsione della possibile siccità, fa parte della concreta cultura del territorio, praticata dai Consorzi di bonifica ed alla quale vanno abbinati interventi infrastrutturali, quali quelli previsti dal Piano Nazionale Invasi e dal Piano Irriguo Nazionale, la cui fase realizzativa è ora finalmente in rampa di partenza».
Una situazione tipica di luglio
Le coltivazioni dell’Emilia-Romagna chiedono attenzione. «Sempre più giù il livello del Po, un metro in meno se rapportato alla media del periodo. Il Canale emiliano Romagnolo ha già erogato 18 milioni di metri cubi d’acqua: 3 milioni in più rispetto a marzo 2012, anno particolarmente siccitoso.
«Questa situazione - spiega Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena-Rimini e vice presidente del Cer - si registra a luglio non all’inizio della primavera. I Consorzi di Bonifica devono incentivare la costituzione di nuovi soggetti irrigui locali, seguendo la richiesta che arriva dalle aggregazioni di agricoltori, con l’obiettivo di progettare potenziamenti infrastrutturali e rafforzare il sistema idrico del Canale emiliano romagnolo».
Il Canale Emiliano-Romagnolo
Il Cer alimenta una superficie di 336mila ettari di cui 227mila di superficie agraria, nel territorio compreso tra Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. Rappresenta un patrimonio di dati e sperimentazioni che bisogna valorizzare e uno strumento di lavoro utile e indispensabile per gli agricoltori al fine di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua.
È allarme anche per il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che gestisce una derivazione al servizio di 200mila ettari tra Reggio Emilia, Modena fino al Mantovano: il 70% della risorsa idrica deriva dal Po. Nei fatti, l’Ente, ha avviato dal 2016 un progetto che punta al riutilizzo dell’acqua che proviene dal depuratore della città, opportunamente raffinata per successivo uso irriguo.
«È un progetto pilota, unico in Italia, che va riproposto: ha consentito un risparmio idrico di 5 milioni di metri cubi d’acqua all’anno» osserva Marcello Bonvicini, presidente Confagricoltura Reggio Emilia e vice presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale.
Parte l’irrigazione
Inoltre, il Consorzio ha acquisito un finanziamento (20 milioni di euro – bando del Psr nazionale) per mettere in tubazione 29 chilometri di canali, che permetterà un ulteriore risparmio idrico di 4,5 milioni e mezzo di metri cubi annui e per la realizzazione di due invasi a Novellara e Villalunga di Casalgrande (un risparmio complessivo pari a 1 milione di metri cubi annui).
Nel frattempo, visto il perdurare dell’assenza di piogge, il Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara aveva già comunicato alle associazioni agricole che avrebbe iniziato l’irrigazione ordinaria il 1 aprile anziché il 21.