Le infezioni primarie di Venturia inaequalis sono causate in primavera dalle ascospore del fungo, organi di diffusione gamica, che si differenziano all’interno degli aschi formatisi negli pseudoteci maturi che, in seguito agli eventi piovosi primaverili, vengono rilasciate nell’ambiente aereo e trasportate dagli schizzi d’acqua e dalle correnti d’aria sulla nuova vegetazione suscettibile. La fase primaria dura mediamente un mese e mezzo (dalla fine di marzo a metà maggio).
In fase di rottura delle gemme
Prima della fase di rottura gemme è sempre consigliabile eseguire dei trattamenti cautelativi con Sali di rame (tra l’altro efficaci sia nel contenimento dei cancri rameali, sia per ridurre il potenziale di inoculo svernante di Erwinia amylovora agente del colpo di fuoco batterico). Alla rottura gemme è consigliabile impiegare ditiocarbammati quali mancozeb, metiram e propineb. Con il protrarsi della stagione vegetativa e con la crescita della prima vegetazione è bene ricorrere, sempre in forma preventiva, a principi attivi più specifici quali ditianon (anche in miscela con fosfito di k o pirimetanil), fluazinam o le anilinopirimidine, pirimetanil o ciprodinil (queste ultime in grado maggiormente di sfruttare la loro efficacia con le basse temperature che ancora caratterizzano generalmente i primi giorni di aprile, ma tenendo sempre in considerazione che, per evitare fenomeni di resistenza è bene non eseguire più di 4 interventi all’anno con questi principi attivi).
Il controllo in pre fioritura
Una buona attività di controllo della ticchiolatura è svolta anche dalla dodina. Con l’aumentare del processo di maturazione delle ascospore il rischio di infezione aumenta considerevolmente. Pertanto, in pre-fioritura è bene fare affidamento su principi attivi maggiormente performanti come i fungicidi della famiglia chimica degli Isdh, come per esempio fluxapyroxad, penthiopyrad, fluopyram, meglio se in miscela con un partner ad azione di contatto. Questi nuovi principi attivi sono infatti soggetti a rischio di resistenza e pertanto vanno usati con particolare attenzione (preventivamente, alternati ad altri con meccanismo d’azione diverso e rispettando il limite di trattamenti e i dosaggi imposti dall’etichetta). In alternativa si possono utilizzare dithianon, captano o fluazinam applicati da soli o, in caso di piogge ripetute, in miscela con difenconazolo (qualora le popolazioni di Venturia inaequalis non risultino resistenti), cyprodinil o pyrimitanil, per sfruttare la sua attività retroattiva. È sempre tuttavia buona norma intervenire entro massimo 36-48 ore dall’evento infettivo.
Le soluzioni per il bio
In agricoltura biologica il controllo della malattia avviene utilizzando sali di rame e zolfo prima delle eventuali piogge infettanti e polisolfuro di calcio sia preventivamente che tempestivamente (all’interno della finestra di germinazione). In modalità curativa è possibile utilizzare bicarbonato di potassio. Come agenti induttori di resistenza è possibile impiegare gli estratti di laminarine. I principi attivi elencati per l’agricoltura biologica possono essere impiegati anche in frutticoltura integrata e convenzionale.
I modelli previsionali
Il processo di maturazione degli pseudoteci di Venturia inaequalis è influenzato principalmente dalla temperatura e dalla bagnatura della lettiera fogliare. Il corretto momento per iniziare i trattamenti specifici anti-ticchiolatura viene determinato attraverso l’uso di modelli previsionali i quali sono in grado di simulare il processo di maturazione degli pseudoteci e di segnalare quando questi giungono a maturazione e, in seguito alle piogge, in grado di rilasciare le ascospore. In alternativa o contemporaneamente ai modelli previsionali si possono utilizzare i captaspore, strumenti in grado di catturare nell’ambiente aereo le ascospore aerodiffuse. Normalmente in questa fase la vegetazione suscettibile è alquanto scarsa, come pure il numero di ascospore mature che vengono rilasciate non è ancora nella sua fase culminante. La gravità di una infezione di ticchiolatura dipende in larga parte, oltre che dalle condizioni climatiche favorevoli per l’eventuale germinazione e penetrazione del fungo, dalla quantità di ascospore che vengono rilasciate a ogni evento piovoso e dalla vegetazione in quel momento suscettibile. È consigliabile pertanto fare attenzione ai bollettini tecnici diffusi ormai capillarmente dai servizi di assistenza tecnica.