Il recupero, la caratterizzazione, la salvaguardia e la valorizzazione di leguminose (come la Fava di Locorotondo) e cereali da granella e foraggio in Puglia: sono stati questi gli obiettivi del progetto SaveGrainPuglia, uno dei cinque progetti integrati finanziati dalla Regione Puglia nell’ambito del Piano di sviluppo rurale, coordinato a livello regionale dall’Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Cnr-Ibbr). Un progetto che, quindi, non si è limitato a recuperare le risorse genetiche a rischio di erosione, ma le ha anche caratterizzate dal punto di vista morfo-agronomico, ha creato banche dati e ha promosso la conservazione delle risorse recuperate sia in situ (nelle aziende agricole) sia ex situ (nelle banche del germoplasma).
Fava di Locorotondo, peculiarità organolettiche e salutistiche
Fra le leguminose autoctone pugliesi studiate da SaveGrainPuglia spicca la Fava di Locorotondo, una popolazione appartenente alla specie Vicia faba var. major, alla quale il progetto riconosce peculiarità organolettiche e salutistiche esaltate dall’ambiente di coltivazione (il territorio comunale di Locorotondo (Ba) e dei paesi limitrofi) e dai processi di lavorazione per la preparazione di piatti tipici della civiltà contadina della Valle d’Itria. A testimonianza del valore delle sue peculiarità la Fava di Locorotondo ha ricevuto la Denominazione Comunale – De.Co. del Comune di Locorotondo, un riconoscimento alla sua specificità in quanto prodotto tipico del territorio, al quale il Comune riconosce una tutela e si impegna nella sua valorizzazione.
Presentazione pubblica per far conoscere la De.Co.
Per far conoscere la De.Co. il Comune di Locorotondo ha organizzato la sua presentazione pubblica in un incontro con la partecipazione di Angelo Palmisano, consigliere comunale delegato all’Agricoltura, Michele De Giuseppe, presidente del Consiglio comunale, Paolo Basile, presidente dell’Associazione “Il Paese delle Contrade”, e Giuseppe De Mastro, docente di Coltivazioni erbacee dell’Università di Bari. «Siamo agli inizi – ha dichiarato Basile, la cui associazione ha fortemente voluto la De.Co. – di un percorso difficile finalizzato alla valorizzazione di questo prodotto tipico importante per l’agricoltura locale. La De.Co. può essere richiesta non solo da agricoltori ma anche da ristoratori che vogliano valorizzare la propria offerta».
La fava è un legume ricco in proteine
«Le De.Co. – ha ricordato De Mastro, che ha messo a punto il disciplinare di produzione per la De.Co. della Fava di Locorotondo – sono nate per volontà del professor Gino Veronelli, studioso di enologia e gastronomia, con la legge n. 142 dell’8 giugno 1990, allo scopo di conservare e valorizzare prodotti tipici ciascuno dei quali sia riconoscibile come identità di un territorio. Oggi l’Italia vanta circa 200 De.Co. di cui 14 in Puglia. La fava, oltre a migliorare il contenuto in azoto del terreno, è un legume ricco in proteine. Un tempo costituiva la base dell’alimentazione per larghe fasce della popolazione dell’Italia meridionale, tanto da essere denominata “la carne dei poveri”. Capace di un’ottima risposta alla cottura, poiché si cuoce bene in poco tempo, la fava dà origine a piatti originali e molto gradevoli».
Nuova linfa commerciale dalla diffusione di diete vegetariane e vegane
Oggi, ha aggiunto De Mastro, «questa fava può trarre nuova linfa commerciale dalla diffusione di diete vegetariane e vegane a base di prodotti vegetali, un mercato che nasce dalle intolleranze alimentari come la celiachia. Infatti cresce il consumo di paste alimentari e altri prodotti ottenuti con la farina di leguminose».
De Mastro: «Alimento fortemente nutraceutico»
«In più la Fava di Locorotondo è particolarmente ricca di flavonoidi, sostanze antiossidanti che rendono questo legume un alimento nutraceutico, capace di fare bene alla salute. E non va trascurato che il consumo di tale fava è indicato per i diabetici, perché aiuta a tenere sotto controllo l’indice glicemico, così come il livello del colesterolo. Né va infine dimenticato che è una preziosa fonte di Levodopa, precursore della dopamina, un neurotrasmettitore utilizzabile nella terapia del morbo di Parkinson».