Per la Cia l’intervento dell’Antitrust con la multa alla Società Italiana Sementi (Sis) sulla vendita del grano Senatore Cappelli, fa parziale giustizia di una storia iniziata anni dopo l’aperta denuncia da parte di Cia all’Authority nei confronti della Sis. Cia invita, ora, il Crea ad aprire al mercato a altri soggetti idonei a garantire produzione di tali sementi.
«Con l’ingresso di Sis nella partita Senatore Cappelli, si erano evidenziate pratiche commerciali scorrette e un regime di monopolio particolarmente dannoso per gli agricoltori -afferma Cia-». Il provvedimento segue di pochi giorni un altro intervento dell’autorità a difesa della concorrenza. Nello specifico, la bocciatura da parte del Consiglio di Stato del vincolo obbligatorio di adesione a associazioni sindacali per la partecipazione ai mercati contadini di vendita diretta nei centri urbani.
Secondo Cia, un ente pubblico non dovrebbe dare in gestione esclusiva a un soggetto privato un pezzo di storia importante dell’agricoltura italiana. La sentenza Antitrust evidenzia come Sis abbia di fatto “sfruttato abusivamente la propria posizione di forza commerciale a danno dei coltivatori interessati alla semina e al raccolto di grano Cappelli” e creando, dunque, una “filiera chiusa”.
Tra le scorrettezze riconosciute: l’ingiustificato aumento del prezzo delle sementi per gli agricoltori (oltre il 60% in tre anni), l’obbligo di consegna del grano prodotto a circuiti ben definiti e forti discriminazioni nella vendita delle sementi.
Cia: «il Ministro revochi la concessione di esclusività alla Sis»
Cia ritiene che a seguito dell’intervento Antitrust vi siano tutte le condizioni affinché il Ministro revochi la concessione di esclusività alla Sis e che la pregiata varietà del grano Cappelli, riscoperta di recente e molto apprezzata per la sua digeribilità e le qualità nutrizionali, torni a essere patrimonio comune, contro monopoli e pratiche sleali non rispettosi delle regole europee.