Oltre ottomila imprese agricole associate, sessanta tra sedi e uffici periferici, 120 addetti: è ciò che esprime la neonata Cia – Agricoltori Italiani Emilia-Centro frutto della fusione di due realtà importanti come quella di Bologna e Modena. La nuova Confederazione nel suo dato aggregato esprime un valore della produzione di oltre 9 milioni di euro. A decretare l’unione sono stati i componenti le assemblee delle due associazioni (Modena e Bologna) che hanno inoltre approvato un nuovo statuto ed individuato in Bologna la sede legale.
Gli organi dirigenti hanno, nella stessa sede, eletto il presidente di Cia – Agricoltori Italiani Emilia Centro: si tratta di Marco Bergami, cerealicoltore e già al vertice della associazione provinciale bolognese. Vicepresidente è stato eletto Alberto Notari, già presidente della Cia di Modena. Direttore della nuova realtà è Gianni Razzano, a capo anche della Confederazione emiliano-romagnola.
Cia, fusione tra due realtà solide
«È un punto di partenza per la Confederazione che ha fortemente voluto la fusione di due realtà già solide e strutture – ha detto il neo presidente Bergami – ma che ha voluto accettare le sfide future, preparandosi e attrezzandosi per essere competitiva nell’ erogare servizi qualificati, oltre che esprimere una rappresentanza sindacale ancora più forte e incisiva. Cia Emilia Centro – ha proseguito Bergami – si configura come una delle più importanti realtà italiane del sistema confederale, anche come numero di associati, in un territorio che esprime dal punto di vista produttivo le principali eccellenze nazionali. Trenta anni fa la Cia sposò lo slogan uniti si vince, un concetto ancora attuale che abbiamo riproposto e che ha trovato concretezza in questa fusione».
Cia Emilia-Centro, più servizi e costi inalterati
L’obiettivo dell'associazione allargata, fin dall’inizio è stato quindi quello di rispondere alle esigenze delle aziende senza incidere sui costi, apportando contestualmente adeguamenti tecnologici, oltre che rendere più funzionali sedi e uffici territoriali.
Il progetto riguarda pertanto l’aggregazione omogenea di due associazioni territoriali che si riconducono alla stessa matrice, che operano attraverso il medesimo brand, che aderiscono alla stessa Confederazione, che operano in termini di rappresentanza attraverso uguali articolazioni in un territorio attiguo appartenente ad un medesimo ed omogeneo contesto geografico e di attività produttiva.
«Dopo un lungo percorso abbiamo portato a termine la creazione di una struttura ancora più forte ed efficace per migliorare i servizi alle aziende agricole associate – ha sottolineato Notari – abbiamo dato vita ad una struttura che non rappresenta un punto di arrivo ma una piattaforma dinamica con lo scopo di rimanere vicini alle imprese in questo particolare momento di fortissima difficoltà».
L’operazione di fusione per unione delle due Confederazioni si colloca in un progetto strategico volto a creare un assetto organizzativo in grado di rispondere meglio alle finalità e scopi propri dell’associazione, oltre che a rafforzare l’autonomia decisionale a livello territoriale e, di conseguenza, la possibilità di tutelare gli agricoltori nei vari tavoli negoziali e di rappresentanza.
L'unione fa la forza
«La creazione di un’unica entità permetterà inoltre di ottenere delle economie di scala con abbattimento dei costi fissi, comuni alle due entità – ha precisato il direttore di Cia Emilia Centro Gianni Razzano – ma soprattutto il progetto nasce come esigenza di adeguare la rappresentanza al nuovo scenario economico, politico e sociale. In una decina d’anni il numero dei soci delle due province ha subito una flessione fisiologica, dovuto soprattutto al ricambio generazionale che ha portato allargamento della maglia poderale di molte imprese.
«Sì è cercato quindi di fare massa critica in termini economici e di rappresentatività all’interno dei tavoli regionali negoziali. Il risultato di questo lavoro ha generato una struttura centralizzata tra associazioni che perseguono uno scopo comune e che agiscono in un territorio contiguo con associati che presentano interessi e problematiche affini, oltre che a massimizzare i vantaggi dell’aggregazione politica e di rappresentanza. Sottolineo – ha detto infine Razzano – che il nostro progetto è inclusivo e aperto a chi intende condividerlo».
In futuro possibili nuove aggregazioni
Cia Emilia Centro beneficerà di economie gestionali e operative di scala realizzate attraverso l’estensione territoriale dei propri servizi integrati, con la possibilità di fornire ai soci un’assistenza specializzata ed una rinnovata operatività sindacale in loro supporto.
La nuova realtà segue le linee guida indicate in sede congressuale dalla Cia nazionale che ha approvato aggregazioni tra le diverse confederazioni, indicando per la Regione Emilia Romagna la necessità di portare il numero delle province da 9 a 4. La nuova realtà guarda infatti anche alla provincia di Reggio Emilia e alla Romagna.