«La Commissione Ue non vuol bene al riso europeo»

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Paolo Carrà, presidente Ente nazionale risi
L'Ente nazionale risi contesta alla Commissione Ue di aver stilato un elenco di prodotti che dovranno pagare i dazi per il loro ingresso nell’Ue non includendo il riso perché allo stesso è già applicata la clausola di salvaguardia. Ricordiamo però che questa sarà applicata sino al 18/01/2022 e che pende dinnanzi al Tribunale dell’Ue un ricorso della Cambogia per annullare il regolamento che ha istituito la clausola stessa

La decisione che la Commissione europea sta assumendo in questi giorni relativamente al tema della revoca temporanea delle concessioni Eba alla Cambogia per la violazione dei diritti umani è gravemente lesiva del rispetto della risicoltura europea e della sua filiera. Lo afferma in una nota l'Ente nazionale risi.

Dopo avere accertato ripetute violazioni di diritti umani, civili e del lavoro in Cambogia, la Commissione europea con un atto delegato proposto nei giorni scorsi a Bruxelles si appresta ora a revocare le concessioni Eba ad alcuni prodotti.

Riso escluso dai nuovi dazi

La Commissione ha stilato un elenco di prodotti che dovranno pagare i dazi per il loro ingresso nell’Ue introducendo nello stesso abiti a basso valore aggiunto, zucchero, scarpe, prodotti da viaggio e non includendo il riso perché allo stesso è già applicata la clausola di salvaguardia.

L’atto delegato potrebbe essere adottato collegialmente dalla Commissione il 12 febbraio 2020 e, dopo l’ottenimento dei pareri da parte del Parlamento europeo e del Consiglio che dovrebbero esprimersi entro il prossimo aprile 2020, l’atto stesso dovrebbe essere applicato dal mese di agosto 2020.  

Decisione senza giustificazioni

La decisone della Commissione non avrebbe giustificazioni, dovendo considerare che la clausola di salvaguardia per il riso lavorato Indica sarà applicata sino al 18/01/2022 e che pende dinnanzi al Tribunale dell’Ue un ricorso proposto dalle autorità Cambogiane per annullare il regolamento che ha istituito la clausola stessa.

L’inclusione del riso nel provvedimento di revoca temporanea delle concessioni Eba alla Cambogia, che è già stato oggetto di critiche e prese di posizione da parte della ministra Teresa Bellanova, avrebbe potuto rappresentare una opportunità per il settore per arginare le importazioni di riso da questo paese che, nonostante la riduzione dei flussi nell’ultimo anno di commercializzazione, rimane il primo fornitore di riso lavorato all’Unione europea.

Una decisione "monca"

Secondo il Presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà «Ancora una volta la Commissione dimostra una ottusa miopia, trincerandosi dietro rigidi tecnicismi. Come è possibile che di fronte a violazioni palesi e riconosciute dei diritti umani, sia dalla Commissione stessa che dall’ Onu, la Commissione voglia per la Cambogia prendere una decisione monca escludendo il riso dall’elenco dei prodotti che non godranno più dell’esenzione tariffaria? E per una forte presa di posizione nei confronti del Myanmar quanto dovremo ancora attendere?».

Clicca qui per vedere una nota tecnica su violazione diritti umani
in Cambogia redatta dall'Ente Nazionale Risi

 

«La Commissione Ue non vuol bene al riso europeo» - Ultima modifica: 2020-01-28T14:04:19+01:00 da Alessandro Maresca

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