La Commissione europea mercoledì dovrebbe proporre una lista di prodotti su cui sospendere i dazi agevolati alle importazioni dalla Cambogia, per violazione dei diritti umani. Salvo sorprese nell'elenco non dovrebbe esserci il riso, per il quale resteranno dunque le agevolazioni contro cui si sono schierate le organizzazioni agricole nazionali, la ministra all'agricoltura Teresa Bellanova, e 33 europarlamentari italiani di tutti i partiti.
Consiglio e Eurocamera avranno quattro mesi al massimo per approvare o respingere la proposta, che non potrà essere emendata. Sempre mercoledì l'Europarlamento dovrebbe dare luce verde al trattato commerciale dell'Ue col Vietnam, che prevede l'ingresso in Europa a dazio zero di 60-80mila tonnellate di riso. Il Vietnam è uno dei più grandi esportatori al mondo del cereale bianco, con 6-7 milioni di tonnellate l'anno.
Coldiretti, decisione inaccettabile
«Non è accettabile che l’Unione europea continui a favorire le importazioni agevolate di riso dalla Cambogia in violazione dei diritti umani» tuona Coldiretti. Dal paese asiatico nell’ultimo anno sono arrivati in Italia oltre 8 milioni di chili secondo proiezioni Coldiretti sul 2019. «Viste le gravi condizioni sociali e ambientali è necessario attivare al più presto la sospensione del regime agevolato Eba anche per il riso dalla Cambogia, oltre che accelerare la procedura di indagine su Myanmar che si auspica possa portare alla stessa conclusione» afferma la Coldiretti nel ricordare che l’Italia è il principale produttore di riso in Europa e su un’area di 220mila ettari con 4mila aziende agricole italiane che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.
«È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori» ha concluso il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore».