Nel primo semestre dell’anno in corso il biologico italiano, nonostante la situazione dettata dall’emergenza sanitaria, ha continuato il suo trend di crescita.
Crescono gli operatori biologici, anche se a un ritmo minore rispetto agli altri anni, ma crescono soprattutto i consumi domestici: aumentano le vendite di prodotti biologici nella grande distribuzione (+19,6%), con picchi nei discount (+23,7%), e nei piccoli supermercati di quartiere (+26,2%).
In questo quadro, per il 2019, Suolo e Salute si è confermato primo Ente di certificazione in Italia per numero di aziende certificate e per superficie coltivata in biologico e il trend di crescita lascia ben sperare anche per il 2020.
I numeri confermano la leadership di Suolo e Salute nel settore del controllo e della certificazione delle produzioni biologiche con oltre il 26% delle aziende bio in Italia e oltre il 30% della superficie coltivata in biologico.
I numeri 2019 e 2020
In termini di attività e quindi in riferimento alle aziende controllate da Suolo e Salute si sono registrati numeri in crescita soprattutto riguardo al settore bio: nel 2019 il numero complessivo di aziende controllate dall’organismo di certificazione (dati al 31 dicembre 2019) è stato pari a 19.161 con un saldo positivo di 280 aziende nuove rispetto al 2018 (+1,5%). Del totale delle aziende nuove entrate nel sistema di controllo, 1.895, il 20% svolgono attività di trasformazione.
Negli ultimi 10 anni è da evidenziarsi l’incremento nel comparto dei trasformatori esclusivi, passati da 495 aziende (2010) a 1276 con un incremento di +158%. L’aumento degli ultimi tre anni è stato del 30%.
In totale, nel periodo 2010-2019, le aziende controllate e certificate da Suolo e Salute sono passate da 10.914 a 19.161, con un incremento sostanziale di 8.247 unità, pari a +76%.
Rispetto al precedente esercizio non si è riscontrato solo un aumento numerico delle aziende ma, più in generale, e sicuramente più significativo, è l’aumento qualitativo delle nuove aziende controllate, sia di produzione primaria che di preparazione.
La superficie agricola utilizzata (Sau) media per azienda agricola controllata nel 2019 è risultata di 30 ettari, al netto delle tare e degli incolti; dato veramente rilevante se si rapporta con la Sau media italiana delle aziende agricole gestite in convenzionali che è di 7,9 ettari (dato Istat relativo all’ultimo censimento in agricoltura).
La superficie totale controllata (Sau in biologico e in conversione) nel 2019 è stata di 530mila ettari con un incremento rispetto al 2018 di oltre 12mila ettari (+2,3%). Nel periodo 2010-2019 la superficie agricola utilizzata controllata da Suolo e Salute è aumentata di 245mila ettari (+83%).
Tra i nuovi ingressi del 2019 e del 2020 sono numerose le aziende di trasformazione con marchi importanti del panorama dell’agroalimentare italiano di qualità, che hanno scelto Suolo e Salute per la certificazione del biologico.
I dati aggiornati al 31 agosto 2020, segnano 19.865 operatori certificati, con un aumento di 858 unità (+5%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Manca veramente poco al traguardo delle 20mila aziende certificate.
Sono 2.670 le aziende zootecniche biologiche e 4.674 operatori che effettuano attività di trasformazione in via esclusiva o anche attività agricola. Rilevante è anche la superficie raggiunta: 565mila ettari bio controllati, +8,5% in un anno.
I dati premiano Suolo e Salute e lo confermano primo organismo di controllo del biologico in Italia per numero di aziende bio certificate e per ettari di superficie assoggettata.
Un forte sostegno in piena emergenza Covid 19
«I numeri riportati - commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute - vanno letti con il cuore. Nonostante le difficoltà, soprattutto degli ultimi mesi, abbiamo saputo reagire e con orgoglio posso affermare che Suolo e Salute ha gestito il difficile momento con la massima responsabilità aziendale, sia dal punto di vista gestionale che etico. Infatti, abbiamo accelerato l’assunzione a tempo indeterminato di quattro nuovi colleghi, abbiamo anticipato il pagamento delle prestazioni ad alcuni collaboratori liberi professionisti e abbiamo pagato nei tempi tutti i fornitori. Oltre a ciò - continua D’Elia - abbiamo bloccato i solleciti amministrativi diretti alle aziende morose e abbiamo anche ritardato l’invio delle competenze per l’anno in corso».