«Una polemica ridicola e offensiva. Noi lavoriamo per il bene dell'agricoltura italiana e ci mettiamo la faccia tutti i giorni, anche andando contro interessi molto grandi». Non usa giri di parole il direttore generale di Unaprol e presidente dei Caa di Coldiretti Nicola Di Noia per replicare a chi in questi giorni ha lasciato intendere che la nuova convenzione tra Agea e i Caa per il 2021 sia un favore alle professionali agricole e in particolare a quella più strutturata sul territorio. E spiega quali sono, secondo lui, i tanti aspetti positivi delle novità.
Presidente, chiariamo subito una cosa: chi oggi si avvale di un professionista per la gestione del fascicolo aziendale, quando la riforma sarà a regime, se deciderà di venire in un vostro Caa, sarà costretto a prendere la tessera di Coldiretti?
Assolutamente no. I Caa Coldiretti sono Srl che seguono le indicazioni del ministero e svolgono funzioni pubbliche delegate. Poi che quasi tutti gli agricoltori che vengono da noi decidano di associarsi è un altro discorso. Per noi è giusto che sia così perché diamo anche tanti altri servizi.
Quindi convenzione promossa a pieni voti?
Non è la prima volta che il legislatore interviene per chiedere ai Caa un livello sempre più elevato dei servizi erogati. Questo ulteriore upgrade a mio avviso porterà semplificazione e trasparenza burocratica, garanzia di accesso paritario ai servizi per tutte le aziende agricole, valorizzazione dell’occupazione in un momento di crisi, innalzamento qualitativo dei procedimenti.
Gli agricoltori si chiedono cosa cambierà per loro quando la riforma sarà completata.
Il Caa svolge un'attività su delega della pubblica amministrazione. È un ufficio di prossimità, dove l'agricoltore può ottenere risposte e deve essere aperto con orari ben precisi. Quindi non può essere uno studio di un professionista. La convenzione prevede l’adozione di processi e di tecnologie uniformi e conformi a standard elevati. L’intesa punta, innanzitutto, a un ulteriore miglioramento della qualità dei servizi offerti dimezzando il rapporto tra operatori e fascicoli e rendendo così più snelle le attività di costituzione, aggiornamento e verifica. Ma l’accordo garantisce anche una piena accessibilità ai servizi stessi dando la possibilità a tutte le aziende agricole, anche a quelle di minori dimensioni, di essere seguite e tutelate con una maggior trasparenza in tutte le fasi degli iter amministrativi. In questo modo svolgiamo anche una funzione sociale.
Assumerete del personale per soddisfare i requisiti previsti dalla convenzione?
Certo. A partire da chi magari adesso lavora solo nei periodi delle scadenze Pac, che potrà avere contratti più strutturati. Anche perché il limite dei 350 fascicoli imporrà di avere più operatori abilitati. È un costo e un impegno importante per il sistema Coldiretti, ma è anche una mossa anticiclica per dimostrare che l’agricoltura potrà recitare un ruolo da protagonista nel rilancio del Paese, elevando la professionalità del personale che ogni giorno opera al fianco delle aziende. Credo sia un segnale importante dal punto di vista occupazionale, tanto più significativo se si considera il periodo di crisi provocato dalla pandemia.
Però i professionisti si sentono messi con le spalle al muro.
Già oggi centinaia di professionisti lavorano con noi e potranno continuare a farlo, anzi, potranno incrementare la collaborazione. Non abbiamo intenzione di togliere il lavoro a qualcuno, ma di offrire un servizio sempre migliore alle aziende agricole. Quindi la porta dei Caa è sempre aperta per i professionisti. Io stesso sono un agronomo iscritto all'albo.
In Italia facciamo fatica a spendere i fondi europei. Soprattutto al Sud. Queste novità potranno migliorare la situazione?
Non posso negare le criticità del sistema e più volte abbiamo fatto notare ad Agea le cose che non vanno. Credo che l'agenzia abbia fatto passi da gigante negli ultimi anni, anche se c'è ancora da lavorare per migliorare le cose. Ma credo anche che non sia colpa di Agea se non si spendono i soldi. I bandi sono regionali. Magari ci vorrebbe maggior condivisione nella scrittura dei bandi. Noi vogliamo che i soldi, dopo i giusti controlli, vadano nella maniera più veloce possibile nelle tasche degli agricoltori. La riforma serve anche a questo.
La ministra Bellanova ha risposto a un'interrogazione parlamentare dicendo sostanzialmente che è l'Europa ad aver chiesto di modificare i rapporti con i Caa. Agronomi, periti e agrotecnici sostengono il contrario. E minacciano di rivolgersi a Bruxelles per far valere le loro ragioni.
L'Unione europea ci chiede sempre più garanzie di erogazioni legittime e noi siamo assolutamente allineati con questa impostazione. Bisogna ridurre i rilievi sul posto e mandare a regime quelli satellitari. Così si velocizzano e si standardizzano le procedure e si velocizza il sistema. Non credo che Agea voglia colpire qualcuno con questa convenzione, semmai vuole rispondere alle sollecitazioni di Bruxelles, sulla correttezza delle procedure di pagamento. Infine, il patto tra Agea e Caa prevede regole ancora più rigorose in tema di gestione della privacy e della sicurezza delle informazioni, in linea con gli standard Iso 27001.