Il Pnrr immagina un’agricoltura verde e digitale. Ecco le idee del governo

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Nella bozza del documento di 125 pagine nella quale si illustra come saranno spesi i fondi del Next generation Eu l'agricoltura è citata varie volte come elemento centrale per la riduzione dell'impatto sul clima e fattore di coesione sociale e sviluppo, soprattutto al Sud

"Vogliamo un Paese più verde, con sistemi di produzione e trasporto dell’energia compatibili con gli obiettivi di riduzione dei gas clima alteranti e più resiliente rispetto agli eventi climatici estremi". È uno dei passaggi chiave della premessa della bozza del Pnrr (Piano di ripresa e resilienza), preparato dal governo italiano per spiegare all'Europa come intende spendere i 208,6 miliardi del Next generation Eu. Ed è quello che più di tutti chiama in causa il settore primario.

Sei le macro aree di intervento individuate dall'esecutivo: 1) Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4) Istruzione e ricerca; 5) Parità di genere, coesione sociale e territoriale; 6) Salute. I progetti di spesa che riguardano l'agricoltura sono racchiusi principalmente nella prima e nella seconda voce. Quindi digitalizzazione e sostenibilità ambientale. A cui, nelle intenzioni, saranno destinati rispettivamente 48,7 e 74,3 miliardi di euro. Il piano prevede anche un arco temporale entro il quale spendere le risorse: dal 2021 al 2026.

Agricoltura sostenibile

Per quanto riguarda gli obiettivi della rivoluzione verde che coinvolgono il mondo agricolo, nella bozza si legge che "La transizione ecologica dovrà essere la base del nuovo modello economico e sociale di sviluppo su scala globale. Per avviarla sarà necessario, in primo luogo, ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo [...] La riconversione ecologica può e deve rappresentare anche un terreno di nuova competitività per molta parte del nostro sistema produttivo, anche attraverso investimenti nell’agricoltura sostenibile e di precisione, a partire dal Mezzogiorno, permettendo di conseguire una maggiore armonia con la natura, pur nel contesto di una società a forte vocazione industriale. Gioca un ruolo strategico a tal fine anche il sistema agricolo e forestale, che tramite il presidio e la gestione sostenibile del territorio nazionale, è in grado di assorbire una significativa quota delle emissioni di gas climalteranti del sistema Paese, come evidenziato dallo European Green Deal".

La prima linea d’azione “agricoltura sostenibile” prevede iniziative per la competitività, la riqualificazione energetica e la capacità logistica del comparto agricolo italiano. In particolare, gli interventi mirano all’efficientamento energetico e all’isolamento termico/coibentazione degli immobili adibiti a uso produttivo nel settore agricolo e zootecnico, quest’ultimo responsabile di circa il 50% delle emissioni di gas clima-alteranti.

E ancora, si intende sostenere un piano per la logistica del comparto agricolo, che si sostanzia in contributi alle aziende per abbassare l’impatto ambientale del sistema dei trasporti, migliorare la capacità di stoccaggio delle materie prime agricole, la capacità logistica dei mercati all’ingrosso e far esprimere il potenziale in termini di export delle piccole e medie imprese agroalimentari italiane.

C'è poi la linea d'azione chiamata “Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica”. Ha l’obiettivo di potenziare gli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e di incremento della resilienza agli eventi climatici estremi di promuovere l’utilizzo sostenibile (civile ed irriguo) della risorsa idrica e la qualità di acque interne e marine. Nonché di migliorare l’adattamento al cambiamento climatico del territorio contribuendo al processo di decarbonizzazione tramite interventi di forestazione e di efficientamento energetico.

Emissioni di gas serra per settori
Fonte: European Environment Agency

Nel documento del governo si ammette che negli ultimi anni gli investimenti nelle infrastrutture idriche sono risultati insufficienti. Quindi, per colmare i gap presenti nella gestione del ciclo delle acque sono previsti interventi volti alla digitalizzazione e messa in sicurezza della rete idrica primaria e secondaria, alla riduzione degli sprechi di acqua nelle reti di adduzione, di distribuzione e di irrigazione, con il fine di garantire la disponibilità idrica per tutti gli usi, all’adeguamento dei sistemi di depurazione alle direttive europee, al riuso delle acque depurate ed alla gestione dei rifiuti nelle acque portuali, e alla salvaguardia del territorio dalle alluvioni tramite interventi di forestazione, di gestione sostenibile nell’agricoltura e di adattamento al cambiamento climatico nei comuni.

Pnrr, il ruolo dei consorzi di bonifica

Soprattutto per quanto riguarda l'acqua da utilizzare in agricoltura, un ruolo fondamentale lo giocheranno i consorzi di bonifica. "La riforma - scrive l'esecutivo nel Pnrr - è volta a potenziare la capacità progettuale dei Consorzi di bonifica anche mediante centrali di progettazione regionali, promuovendo la revisione e il rafforzamento del modello di governo dei Consorzi e mantenendo al centro della propria azione la tutela del territorio, il risparmio della risorsa idrica a fini irrigui ed il miglioramento della sostenibilità dei processi produttivi agricoli".

Agricoltura digitale, soprattutto al Sud

Per quanto riguarda l'agricoltura digitale, nel testo di parla di interventi mirati a creare una rete "basata su tecnologie cloud e (near) real time, con sistemi blockchain e servizi decentralizzati input/output, che consentiranno i “colloqui” tra amministrazioni e tra queste e le aziende agricole di tutto il territorio nazionale. L’iniziativa consentirà di rafforzare la capacità di analisi, valorizzando il patrimonio informativo, con lo sviluppo e l'adozione di modelli per la valutazione delle politiche agricole".

In particolare, sostenendo l’agricoltura di precisione con la realizzazione di un sistema digitale di raccolta, organizzazione e gestione dei dati mediante sistemi di sensoristica e analisi georeferenziata dei processi e dei movimenti di mezzi, merci e persone che operano all’interno delle filiere agroalimentari, accompagnato da una piattaforma capace di erogare servizi da remoto, il Pnrr intende promuovere la ripresa economica e la coesione territoriale del Sud Italia.

 

Il Pnrr immagina un’agricoltura verde e digitale. Ecco le idee del governo - Ultima modifica: 2020-12-08T11:04:40+01:00 da Simone Martarello

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