Incremento di cinque euro alla tonnellata del prezzo base e riduzione di mezzo punto della base cento della scaletta qualitativa, che in termini economici vale altri 1,15 €/t per i produttori. E poi un aumento consistente degli incentivi per le produzioni tardive, per stimolare gli agricoltori ad allungare la campagna fino alla fine di settembre come chiesto a gran voce dalla parte industriale. Contratto a parte per il pomodoro biologico, con leggeri ritocchi verso l'alto del prezzo riconosciuto ai produttori (136 €/t.). Questi i punti principali del contratto di produzione del pomodoro da industria della campagna 2021 siglato tra Organizzazioni dei produttori e industrie di trasformazione. Soddisfatta per l'intesa raggiunta l'Oi Pomodoro da industria del Nord Italia. Per le principali organizzazioni agricole l'accordo contiene più ombre che luci.
Incentivi per allungare la campagna
Per la campagna 2021 sale dunque da 88 a 93 euro la tonnellata il prezzo base riconosciuto ai produttori (92 euro +1 di spese). La base 100 del Grado Brix è stata fissata a 4,85 (era 4,90). Ritocco che significa 1,15 €/t in più per la parte agricola. E poi una premialità più alta per il prodotto tardivo. Per il pomodoro raccolto nella settimana dal 12 al 19 settembre saranno riconosciuti 0,75 €/t in più al giorno. Nella settimana successiva il bonus salirà a un euro, fino a un massimo di 15 €/t. Un incentivo necessario per stimolare gli agricoltori a dedicare maggiore superficie alle varietà tardive.
I quantitativi sono stati definiti applicando, anche quest’anno, lo strumento dei precontratti, utilizzati per individuare direttamente il punto di equilibrio fra domanda e offerta. La programmazione temporale è partita da una valutazione della capacità di trasformazione e dà l’indicazione per una rispondente pianificazione dei trapianti. I contratti di produzione saranno depositati il 17 marzo. L'Emilia-Romagna fa la parte del leone a livello nazionale, con il 70% del trasformato finale del Nord Italia, che complessivamente si attesta a 2,7 milioni di tonnellate.
Rabboni, Oi: «Contratto in tempo utile»
«Desidero vivamente congratularmi con le parti trattanti – ha dichiarato il presidente dell'Oi Tiberio Rabboni –. Il nuovo contratto quadro d'area vede la luce prima della fine del mese di febbraio, ovvero in tempo utile per le valutazioni di convenienza, prima delle decisioni di semina e trapianto. Per molte altre coltivazioni e attività agricole italiane non è così. I prezzi sono sempre fluttuanti e l'effettiva convenienza è accertata solo a campagna conclusa».
«In secondo luogo, come già nel 2020, la produzione viene programmata sulla base dei reali fabbisogni industriali e delle disponibilità agricole – ha aggiunto Rabboni – una programmazione quantitativa, ma anche temporale per allungare e ottimizzare la durata della campagna. Produrre quello che serve, nei tempi che servono, accresce la convenienza economica di ciascuno e di tutti e consente alla filiera di aumentare la propria competitività. Tant'è che i meccanismi del nuovo contratto promuovono e premiano la qualità verificabile, la più importante leva strategica della competitività italiana nel mondo. Il contratto siglato, di fatto, apre la campagna del pomodoro 2021 nel Nord Italia. Le incognite all'orizzonte sono tante – ha fatto notare Rabboni – anomalie climatiche, fitopatie, Covid, competitori europei e mondiali, mercati e consumi. Tuttavia si inizia con il piede giusto. Il contratto quadro è espressione di una coesione della filiera, una risorsa che può fare la differenza nel contrasto degli imprevisti e delle avversità».
Confagricoltura: «Si poteva fare di più»
«Si poteva fare di più visto i brillanti dati sulle vendite delle polpe e delle passate di pomodoro nel 2020, che consacrano la ripresa dei consumi interni attraverso i canali della Gdo – ha commentato il presidente dei produttori di pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna Giovanni Lambertini –. Ci sono senz’altro condizioni migliorative rispetto all’anno scorso ma nel complesso l’accordo delude gli agricoltori e il prezzo è al di sotto delle aspettative. Non si è tenuto conto dell’aumento dei costi di produzione come mezzi tecnici, attrezzature, polizze assicurative e certificazioni varie – ha osservato Lambertini – una spesa che nell’ultimo anno ha raggiunto valori record, e neanche delle crescenti criticità operative causate da anomalie climatiche spesso eccezionali. Inoltre, non sono state accolte le nostre richieste volte ad alleggerire le penalizzazioni, decisamente troppo alte, per i cosiddetti difetti minori del prodotto».
Ad avviso di Confagricoltura Emilia-Romagna, pare insufficiente anche la maggiorazione di prezzo riconosciuta per il pomodoro “tardivo” - a fronte di una campagna di raccolta della durata di 60-65 giorni -, che è nell’ordine dei 75 centesimi alla tonnellata, al giorno, per il prodotto ritirato dal 12 al 19 settembre e di 1 euro/ton, al giorno, per quello ritirato a partire dal 20 settembre fino a un massimo di 15 euro/ton. «Peccato perché il corrispettivo economico in più avrebbe potuto incentivare la coltivazione in un periodo delicato per lo stato fenologico della pianta come anche compensare chi è costretto, con l’avvicinarsi dell’autunno, a raccogliere in presenza di condizioni meteo sfavorevoli».
Ma ciò che più preoccupa Confagricoltura è la mancanza di garanzie sull’effettivo potenziale di trasformazione del bacino, con il grave rischio di ripetere gli errori commessi nella precedente campagna quando la maturazione in contemporanea delle bacche rese complicato il ritiro del prodotto in campo, facendo ricadere l’onere esclusivamente sul produttore. «All’inizio dell’anno – conclude Lambertini - le Op si sono impegnate a fornire 28.5 milioni di quintali di prodotto, firmando i relativi pre-contratti: un quantitativo ritenuto subito eccessivo. Per questo avevamo chiesto di inserire nel testo specifiche garanzie sulla reale capacità di trasformazione dell’industria».
Coldiretti: prezzo inferiore alle aspettative
Prezzo in aumento rispetto allo scorso anno ma che avrebbe dovuto essere «più remunerativo per i produttori, in considerazione dell’aumento dei consumi sia interni sia esteri e pone ancora una volta il tema della giusta redistribuzione del reddito all’ interno della filiera». Questo il commento della Coldiretti Emilia-Romagna sul contratto 2021 per la produzione di pomodoro da industria. La professionale giudica però positivo il miglioramento della scaletta produttiva che ha portato per la base cento a un abbassamento del grado brix.
«Per il futuro non basterà accordarsi solamente sulle quantità da produrre e da consegnare ma sarà fondamentale che tutta la filiera sia allineata in un progetto di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia – ha dichiarato il presidente regionale Nicola Bertinelli – oggi è indispensabile avere un approccio nuovo, sfruttando appieno quelle che sono le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni e università per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito».
Cia: agricoltori penalizzati
«Anche se Il prezzo stabilito è superiore allo scorso anno – conclude Girometta – non ci permette di coprire i costi superiori che saremo costretti a sostenere nella campagna 2021 perché tutto è aumentato. Inoltre, l’importo riconosciuto come premialità al prodotto tardivo è veramente irrisorio se si considerano i rischi a cui va incontro il raccolto in quel periodo. Avevamo richiesto un incentivo anche per il prodotto precoce, ma non ci è stato concesso».