Il sottosegretario al Mipaaf Gian Marco Centinaio, con deleghe alla filiera vitivinicola, cerealicola e alle attività connesse al turismo in agricoltura (tra cui distretti del cibo, enoturismo, agriturismi), fa il punto su alcune delle tematiche calde che interessano il settore.
Sottosegretario lei ha la delega al vino. Pare che le cantine siano ancora piene e, soprattutto, le misure di ‘salvaguardia’ (distillazione preventiva, potatura verde, ecc...) abbiano inciso pochissimo. Cosa si può fare e come si muoverà?
I nostri tecnici sono al lavoro per capire quali misure hanno funzionato finora e quali no, e quali possono essere gli interventi più efficaci per il comparto. A giugno convocheremo la seconda riunione del tavolo vitivinicolo che ho riunito non appena ho ricevuto la delega al settore. Metteremo in campo tutte le misure possibili per sostenere la filiera e aiutare le aziende che più hanno sofferto, e non solo a causa della pandemia, ma anche per le gelate di aprile. Intanto dal Dl Sostegni bis sono state stanziate risorse per l’incremento del Fondo di solidarietà nazionale e l’esonero dei contributi previdenziali nei settori agrituristico e vitivinicolo.
Intervista pubblicata sulla rubrica Attualità di Terra e Vita
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Le risorse aggiuntive del Dl Sostegni bis sono sufficienti o si poteva fare meglio?
Ci sono due miliardi di euro e semplificazioni per il settore agroalimentare. Provvedimenti che dimostrano la centralità della filiera agroalimentare nell’agenda del Governo e che sono destinati a sostenere e rilanciare il settore agricolo e l’occupazione di giovani e donne, a cui vanno aggiunte una serie di misure di semplificazione amministrativa. È evidente che se andiamo ad analizzare le singole voci si sarebbe voluto di più per aiutare tutti i lavoratori del settore. Ad esempio speravamo di poter trovare maggiori risorse rispetto ai 105 milioni destinati all’incremento del Fondo di solidarietà nazionale previsto da d.lgs. 102 del 2004 per ristorare i danni a produzioni, strutture e impianti produttivi delle aziende colpite dalle gelate di aprile. Una nota positiva tuttavia è che quando il Dl arriverà in Aula presenteremo, d’accordo con il ministro, un emendamento che consentirà di dare un ristoro economico anche ai produttori di miele che sono stati pesantemente colpiti dalle gelate delle scorse settimane. E questa è una buona notizia perché in passato non sono state mai prese misure simili. Invece tutelare le api è importantissimo, per la nostra sopravvivenza e per quella di tutto il Pianeta.
Mi dica tre azioni concrete da realizzare nel breve periodo per rilanciare il comparto vitivinicolo e sostenere le imprese.
Una delle priorità è il sostegno allo stoccaggio privato dei vini Dop e Igp (vedi pag. 40 di questo numero). Dobbiamo aiutare i produttori di vini di qualità che sono stati fortemente penalizzati dalla prolungata chiusura del canale Horeca. Poi dobbiamo semplificare, programmare e concentrarci sulla promozione, in Italia e all’estero. A questo proposito credo si possa fare un grande lavoro sull’enoturismo. Anche nel 2020, un anno profondamente segnato dal Covid-19, si è registrato un aumento del 10% del numero di turisti che hanno viaggiato con la principale motivazione del “vivere” l’enogastronomia e questo dato ci dice quali prospettive di crescita possono esserci.
Hanno disaccoppiato turismo e agricoltura, da lei voluti insieme. Una sconfitta?
A dividere nuovamente agricoltura e turismo è stato il governo Conte 2 e non ho nascosto la mia contrarietà. Mi sono battuto molto contro quella decisione. Resto convinto che siano due settori profondamente legati fra loro. Incontrerò presto il ministro Garavaglia per fare il punto sul turismo enogastronomico. Intanto ho istituito presso il Mipaaf un tavolo permanente di confronto con le associazioni di categoria. Le eccellenze del nostro agroalimentare possono essere uno strepitoso traino per l’intero comparto turistico. Da Nord a Sud il nostro paese ha una ricchezza straordinaria di prodotti unici che incidono sulla scelta di trascorrere le vacanze in Italia. Non solo aumenta la richiesta presso i tour operator da parte degli stranieri ma - complice la pandemia - anche gli italiani apprezzano sempre di più un turismo di prossimità, a contatto con la natura e all’insegna del buon cibo e del vivere bene.
Cosa ne pensa della legge sull’enoturismo? Può essere una leva competitiva per la ripartenza?
È una legge che ho voluto e promosso quando sono stato ministro. Il vino rappresenta la punta di diamante del nostro agroalimentare ed è profondamente legato al proprio territorio. La ripartenza passa anche dal saper comunicare quello che c’è dentro e dietro una bottiglia. L’enoturismo è fortemente strategico per tutta l’economia del nostro paese. Raccontiamo i territori e le loro eccellenze. Dietro a un bicchiere di vino italiano ci sono una famiglia, una cantina, una vigna, un territorio, un’enogastronomia locale, ma anche paesaggi, storia, cultura. E la tutela del paesaggio. Quel bicchiere di vino non è solo un bicchiere di vino, ma un racconto di emozioni.
Contro le politiche europee che sembrano orientate a penalizzare le nostre eccellenze lei ha dichiarato che “serve più filiera nella politica italiana”. Può approfondire? Nel dibattito politico agricolo italiano non c’è “aggregazione” su alcuni temi?
Credo sia sotto gli occhi di tutti che alcuni orientamenti e scelte europee sembrano orientate a penalizzare alcuni settori e in particolare alcune nostre eccellenze. Penso ad esempio all’etichettatura Nutriscore che boccia il nostro extravergine d’oliva o formaggi che tutto il mondo ci invidia e ci copia, come il Parmigiano Reggiano, e promuove invece a pieni voti prodotti sintetici, confezionati o fatti in laboratorio a solo vantaggio di alcune multinazionali. Per non parlare della proposta di dealcolazione del vino, che si sta cercando di estendere anche a quelli Dop e Igp. Ecco noi pensiamo che sul cibo, e in particolare sulla difesa del nostro agroalimentare di qualità, non si possa negoziare e che sia molto importante che questi tentativi vengano respinti da tutte le forze politiche con una unica voce. Da questo punto di vista mi sembra che per quanto riguarda il ministero delle Politiche agricole ci sia una positiva unitarietà di vedute fra il ministro Patuanelli, il sottoscritto e il sottosegretario Battistoni. Aldilà della diversa appartenenza politica, su determinati temi abbiamo espresso posizioni molto simili. Superare le divisioni ci aiuta a raggiungere gli obiettivi. Per portare a casa i risultati serve anche un dialogo interministeriale e con le Regioni, soprattutto ora che siamo sotto attacco e dobbiamo difenderci.
Intervista pubblicata sulla rubrica Attualità di Terra e Vita
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Un tema apparentemente divisorio pare essere quello delle nuove biotecnologie in agricoltura (Nbt-Tea), non molto presente nell’agenda politica agricola italiana. Qual è la sua posizione in merito?
Non mi sembra che non ci sia attenzione verso le biotecnologie, anzi. Quando parliamo di transizione ecologica, Green deal e strategia Farm to fork lo facciamo sempre evidenziando quanto l’innovazione e le nuove tecnologie saranno importanti per raggiungere l’obiettivo di una maggiore sostenibilità. Di recente la Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle nuove tecniche genomiche che ha dimostrato come queste abbiano il potenziale per contribuire a un sistema alimentare più sostenibile. Sulla carta le NGT possono avere benefici per molti settori delle nostre società e aiutare ad avere piante più resistenti alle malattie e alle condizioni ambientali avverse, diminuendo allo stesso tempo la necessità di utilizzo di pesticidi.
Registro cereali. A che punto siamo? Qual è il suo parere sulla misura?
Sul registro cereali stiamo lavorando. Sto seguendo con attenzione le evoluzioni e le istanze presentate da tutta la filiera. Spero che presto riusciremo a risolvere eventuali problematiche. L’obiettivo è garantire una maggiore trasparenza della filiera cerealicola, ma senza creare ulteriore burocrazia a danno degli operatori e senza mettere in difficoltà i soggetti coinvolti.
Come si trova un Sottosegretario leghista con un Ministro cinquestelle?
Molto bene, nei rapporti, aldilà dell’appartenenza politica, conta la persona, e con Patuanelli c’è un rapporto di grande stima e di collaborazione.