Rallenta la produzione italiana di vino. Per la vendemmia 2021 il calo è stimato intorno al 5/10% rispetto a dodici mesi fa, per un quantitativo compreso tra i 44 e i 47 milioni di ettolitri. L'Italia nonostante la diminuzione resta quest'anno il primo produttore mondiale di vino con una sfida per il secondo posto tra Francia e Spagna che hanno subito un contenimento dei raccolti, anche se più marcato per i cugini d'Oltralpe.
A indicare il possibile trend vitivinicolo è Coldiretti, in occasione della raccolta del primo grappolo a livello nazionale nell'azienda agricola Dei Principi di Spadafora a Monreale, in Sicilia, con le uve bianche Chardonnay, le prime a essere raccolte. Secondo l'organizzazione agricola, in Italia la vendemmia 2021 prende il via con oltre sette giorni di anticipo rispetto allo scorso anno a causa delle ondate di calore provocate dai cambiamenti climatici che hanno fatto schizzare le temperature oltre i 40 gradi accelerando la maturazione delle uve al Sud. Al Nord invece si stima un ritardo medio di dieci giorni.
"In Italia - sottolinea Coldiretti - si attende comunque un'annata di buona/ottima qualità anche se l'andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo".
Confagricoltura: vendemmia sempre più ostaggio del meteo
Per l'avvio vero e proprio della vendemmia occorre aspettare, precisa Confagricoltura, una decina di giorni. «La situazione è in continua evoluzione e l'uva, che nella maggior parte delle regioni è in fase di invaiatura, è nel momento cruciale della sua maturazione - commenta Federico Castellucci, presidente della Federazione vino di Confagricoltura - In pochi giorni può cambiare completamente il quadro. Certamente i cambiamenti climatici influiscono sempre di più sulla viticoltura e comportano anche un approccio agronomico adeguato alle nuove esigenze. Su questo si deve lavorare, non solo in Italia, dato che la questione è globale e riguarda da vicino anche i nostri principali competitor enologici. Serve uno sforzo comune per il bene del pianeta e anche per le sue economie».
Sotto il profilo economico Coldiretti registra in questo periodo dati positivi sull'export del vino italiano con l'avanzare della campagna vaccinale anti Covid che sta favorendo il ritorno alla vita di comunità e la riapertura della ristorazione in tutto il mondo. Nel dettaglio i conti economici parlano nel 2021, dopo un anno di sofferenza, di un balzo del +4% in valore. A trainare la ripresa - secondo gli analisti dell'organizzazione agricola - i consumatori europei: con il report economico risulta infatti che in Francia le etichette Made in Italy fanno registrare un +12,5%, in Russia +32%, mentre la Germania cresce del +4%.
Mercati ancora condizionati dalla pandemia
Notizie non proprio positive sono rilevate in relazione al mercato della Gran Bretagna dove le bottiglie tricolore "sono state stritolate - spiegano gli esperti - nella morsa formata dalla pandemia con la variante Delta in piena esplosione e dalle difficoltà legate alla Brexit con un calo di quasi il 12% nelle vendite". Nel resto del mondo si registra il buon risultato sul mercato cinese che fa registrare nel 2021 un balzo del +75% mentre continua la frenata degli Stati Uniti dove gli effetti dell'emergenza sanitaria continuano a pesare con le vendite di vino italiano negli Usa calate del 3% in valore.
Infine, Coldiretti sostiene che la ripresa complessiva delle esportazioni è accompagnata dalla crescita dei consumi interni con un aumento record degli acquisti domestici di vini e spumanti del 21,3% nel primo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il risultato è un aumento del fatturato che è stimato dalla Coldiretti pari a 11 miliardi di euro nel 2021.