L’antracnosi causata da funghi appartenenti al complesso delle specie di Colletotricum spp. sono una grave malattia fungina del melo che può portare, in talune circostanze a danni produttivi ingenti.
Le cv maggiormente sensibili risultano essere Cripps Pink/Pink Lady, Fuji, Gala, Golden Delicious, Honeycrisp e Jonagold.
Nei nostri ambienti gli agenti causali di antracnosi appartengono generalmente a due specie di funghi: Colletotrichum acutatum e C. gloeosporioides. Purtroppo negli ultimi due anni (2019-2020) è stata rilevata anche la presenza di Glomerella fructicola in grado di provocare, oltre ai marciumi sui frutti, anche una caratteristica maculatura necrotica fogliare che, a seguito di condizioni climatiche particolarmente calde e umide, può portare a precoci e intense filloptosi.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita
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Marciumi e maculatura fogliare
I sintomi iniziali della maculatura fogliare della malattia prendono avvio come maculature violacee di pochi millimetri o granelli sulla pagina superiore della foglia e di forma irregolare.
In assenza di applicazioni fungicide, le macchie tendono a espandersi rapidamente in macchie fogliari necrotiche di dimensioni irregolari, di colore rosso/marrone, a contorno violaceo, che possono superare il 70% della superficie fogliare. Più avanti nel processo di infezione, ma non su tutte le varietà, le foglie diventano clorotiche, ingialliscono e cadono prematuramente.
Sui frutti i sintomi iniziali di marciume appaiono come piccole lesioni infossate e di colore nocciola su frutti immaturi o maturi e generalmente incentrati su una lenticella. La lesione può espandersi prima o anche dopo la raccolta e può evolvere in un marciume completo.
Sulle cultivar a buccia gialla al momento della raccolta, si può osservare un alone rosso che circonda la lesione della lenticella. A differenza dei sintomi più tipici del marciume amaro, la sporulazione color salmone non si osserva mai o soltanto in poche sporadiche occasioni.
Ridurre la bagnatura delle foglie
L’infezione è favorita da una prolungata bagnatura delle foglie e da temperature superiori a 20 °C, anche se possono essere osservati a partire da 15 °C. Una volta che si osservano i sintomi nel frutteto, lo scoppio epidemico della malattia può essere difficile da controllare.
La gestione, quindi, dovrebbe essere focalizzata sulla prevenzione e consistere in una combinazione di interventi agronomici che chimici. Nel primo caso è necessario attuare una accorta sanitazione del frutteto attraverso:
- potatura e rimozione dei germogli colpiti da fuoco batterico, legno morto, legno con presenza di cancri e frutti mummificati;
- con la potatura aumentare la circolazione dell’aria all’interno della vegetazione per ridurre la bagnatura fogliare e l’umidità relativa al suo interno;
- applicazione post-raccolta di urea, sfalciatura e/o defogliazione per ridurre l’inoculo svernante.
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Difesa da organizzare
Visto la troppo recente comparsa di Glomerella fructicola in Italia, esperienze dirette sui fungicidi più efficaci non ve ne sono e le informazioni derivano da esperienze americane. I fungicidi maggiormente efficaci nel contenimento di questa malattia sembrano essere i ditiocarbammati mancozeb e ziram, captano, gli analoghi delle strobilurine, fosfito di K e infine fluazinam. Il rischio infettivo ha inizio generalmente dalla fine fioritura in poi in funzione delle condizioni climatiche predisponenti.
I trattamenti dovrebbero pertanto essere eseguiti seguendo l’andamento pluviometrico con cadenze non superiori a 10 giorni. Per una corretta gestione della resistenza, è sempre buona norma di applicare fungicidi a meccanismo d’azione monosito con un fungicida di copertura multisito.