L’andamento climatico particolarmente caldo e umido di questo primo periodo estivo ha notevolmente favorito lo sviluppo dell’oidio su diverse colture ortive.
Fra queste, il pomodoro può subire danni ingenti se non si interviene per tempo e con le giuste misure preventive-curative. Fra le specie di oidio segnalate su pomodoro, quelle con maggior frequenza sono Leveillula taurica e Oidium neolycopersici.
La prima risulta più frequente e si caratterizza per diverse entità specifiche.
Leveillula taurica attacca più di 1.000 specie vegetali, fra coltivate e spontanee, appartenenti a 74 famiglie botaniche. Risulta ben conosciuta per pomodoro, peperone, melanzana, cocomero, carciofo ecc.
Fra le piante spontanee sono ospiti Sonchus asper, Physalis spp., Chenopodium, Oxalis, Urtica ecc. Può infestare sia le colture in pieno campo che in serra, riuscendo a provocare gravi danni in condizioni termo-igrometriche particolarmente favorevoli.
Le condizioni ottimali per il suo sviluppo sono rappresentate da temperature vicine a 26 °C e igrometria intorno al 70-90%, anche se può svilupparsi in un range compreso tra 10 e 33 °C.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Sintomatologia
Leveillula taurica si evidenzia, all’inizio, sottoforma di aree giallastre, arrotondate o angolari, delimitate dalle nervature. I sintomi iniziano dalle foglie basali e procedono in direzione acropeta. Sulla pagina inferiore (abassiale) delle foglie possono formarsi una leggera efflorescenza fungina biancastra e, successivamente, microalterazioni brune.
Il patogeno può sporulare anche sulla superficie delle fogliole quando le condizioni climatiche sono particolarmente umide. Con l’avanzare della malattia le macchie finiscono per necrotizzare interamente (andamento concentrico) e assumono una colorazione più chiara al centro. Non risultano attaccati altri organi (fusto, piccioli, frutti).
Biologia ed epidemiologia
Il patogeno si conserva con forme miceliari su ospiti coltivati e/o spontanei. La forma perfetta di casmotecio è raramente osservata in natura.
La combinazione di giornate calde e asciutte con notti fresche e umide favorisce il patogeno.
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Protezione della coltura
Ai primi sintomi è buona norma eliminare e allontanare le foglie infette. I trattamenti fitosanitari, a carattere preventivo, devono coprire bene le foglie in basso e la pagina inferiore di queste. Fondamentale risulta l’alternanza di sostanze a diverso meccanismo di azione. Sono disponibili in commercio cultivar resistenti al patogeno indicate con le sigle Lt e On.