Il gruppo Biolchim entra nell’orbita della ditta statunitense J.M. Huber Corporation, ma lo fa da protagonista. Le due aziende intendono collaborare mettendo in comune le rispettive esperienze, ma preservando le singole caratteristiche imprenditoriali, e allo stesso tempo condividendo portafoglio prodotti, ricerca e mercati. Abbiamo chiesto all’amministratore delegato del gruppo Biolchim, Leonardo Valenti, come funzionerà e che cosa porterà questo accordo nell’ambito del settore fertilizzanti.
Biolchim, che da qualche anno andava proponendosi come “polo italiano dei fertilizzanti”, passa nelle mani della statunitense J.M. Huber Corporation. Dopo questo passaggio Biolchim continuerà a mantenere questa definizione)?
«Siamo un gruppo italiano, sostenuto anche da fondi internazionali, e intendiamo mantenere la nostra identità – ci spiega Valenti –. Con l’opportunità che abbiamo avuto di entrare in un gruppo americano acquisiamo però un maggior un respiro internazionale.
Il concetto di italianità sta nell’identità nazionale, che adesso verrà supportata da un solido capitale straniero anche perché non è stato possibile trovare capitali italiani. E poi, comunque, e quando si arriva a un certo livello si fa fatica a rimanere confinati nell’ambito nazionale. Quando si arriva a una certa dimensione i capitali italiani passano in mani straniere, ma questo è l’effetto della globalizzazione.
La nostra scelta questa volta era chiara: volevamo un partner industriale anche per poter contare su una certa stabilità e prospettiva nelle scelte future e quindi un consolidamento nel lungo periodo
Il gruppo Biolchim comprende diverse aziende che hanno tutte una grande esperienza alle spalle. Fra queste le italiane Cifo e ilsa che tutti conoscono molto bene per le specifiche gamme di prodotti.
Naturalmente per crescere bisogna essere disponibili a rinunciare al potere assoluto nell’ambito della propria azienda e di mettersi in discussione per operare efficacemente a livello internazionale. Naturalmente i movimenti di mercato andranno rapidamente avanti e nel giro di 5-6 anni si vedranno moltissime acquisizioni e aggregazioni. D’altra parte per poter fare ricerca e crescere servono risorse adeguate che vengono garantite solo con un’adeguata massa critica».
Cosa ha spinto J.M. Huber Corporation ad effettuare questa acquisizione?
«Cresciamo da 15 anni in maniera importante e questo è un aspetto fondamentale per attrarre capitali, capitali che ci consentano di crescere ulteriormente e più rapidamente».
Marchi e personale rimarranno invariati? Cosa cambierà nel breve periodo in Biolchim?
«L’acquisizione ha interessato non solo i brand ma anche le persone, che sono quelle che hanno decretato il successo dell’azienda e sulle quali si punterà per la futura espansione. Dunque squadra che vince non si cambia.
Allo stesso tempo è importantissimo il valore dei marchi che hanno fatto la storia del settore e che rappresentano un asset determinate.
Non ci saranno cambiamenti sostanziali ma più un gruppo cresce, più diventa complessa l’integrazione di tutte le forze per un efficace utilizzo delle risorse».
Quali sono le sinergie che si svilupperanno a breve?
«Stiamo già lavorando su diversi fronti con sinergie sul fronte degli acquisti, in ambito commerciale e nella ricerca, ma il lavoro più grande sarà quello da fare relativamente all’integrazione della cultura aziendale e della comunicazione.
Abbiano già previsto un cross selling dei prodotti dei due marchi per un importante completamento del portafoglio prodotti. Ci sarà anche scambio di produzione, così come molte attività che in questo momento stiamo mettendo a punto. Ma siamo solo all’inizio perché stiamo vagliando molte altre possibilità
Abbiamo già 4-5 progetti avviati che stanno coinvolgendo una importante massa critica ma di questi ne parleremo più avanti».
Ci può annunciare qualche novità che scaturirà immediatamente? O è troppo presto per rivelarlo?
«Come le dicevo sono molte le cose su cui stiamo lavorando mentre stiamo operando ancora sul closing, la conclusione dell’operazione finanziaria, e quindi è prematuro sbilanciarsi troppo. Posso dire, comunque, che da subito ci siamo scambiati dossier su aziende che possono essere interessanti per entrambi. Ci stiamo scambiando anche esperienze sui nostri mercati (noi lavoriamo in 70 Paesi, loro 50, ovviamente molti in comune). Il nostro scopo è individuare sempre nuove soluzioni, concrete e sostenibili.
La combinazione strategica tra Biolchin e Huber è altamente sinergica in quanto le due aziende hanno un’organizzazione commerciale produttiva complementare, oltre a tecnologie e capacità di ricerca leader nel settore».
Il core business rimarrà la fertilizzazione?
Tutto il range della nutrizione delle piante rimane il nostro core business, che prevede la ricerca di soluzioni sempre più efficienti. Puntiamo a specializzarci su cose che già facciamo bene e che già oggi ci offrono un importane vantaggio competitivo rispetto ai nostri concorrenti».
Biolchim in pillole
Fondata in Italia nel 1972, Biolchim è un’azienda leader nella produzione e nella commercializzazione di fertilizzanti speciali e biostimolanti, prodotti ad alto valore aggiunto che combinano efficacia agronomica e sostenibilità ambientale. Dal 2014 Biolchim è capofila di un gruppo più ampio di aziende, che nel loro complesso costituiscono un hub di competenze, conoscenze ed innovazione interamente al servizio della moderna agricoltura.
Huber Corporation in pillole
M. Huber Corporation è una delle più grandi aziende statunitensi a conduzione familiare, i cui prodotti sono utilizzati in un’ampia serie di applicazioni, tra cui agricoltura, alimenti e bevande, cura della persona, materiali da costruzione e altro. La società vanta quasi 140 anni di storia ed un modello di business concretamente improntato sulla tutela del patrimonio ambientale. Nel 2019 il gruppo statunitense ha acquisito la storica azienda Miller Chemical & Fertilizer, costituendo le fondamenta di un nucleo internazionale dedicato alle agro-soluzioni.