Difesa della vite: i droni dove sono?

La peronospora dilaga, i vigneti non sono transitabili dalle irroratrici a causa delle intense piogge, la promettente alternativa dei droni rimane fuorilegge in Italia mentre la Francia ha già concesso le prime aperture

Principale obiettivo del Pan (Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) è quello di un uso razionale dei prodotti fitosanitari per una maggiore tutela dell’uomo e dell’ambiente.

L’uso di “nuove” tecnologie a supporto della difesa fitosanitaria, come ad esempio i droni, in situazioni metereologiche drammatiche come quelle vissute nel mese di maggio in ampi areali vitivinicoli ed orticoli, sarebbe stato quanto mai utile.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Gli ostacoli normativi

L’uso dei droni nei più svariati ambiti, compreso il settore agricolo, è ormai ampiamente diffuso e l’andamento meteorologico avuto nel mese di maggio fanno comprendere quanto sia utile il suo impiego anche per i trattamenti fitosanitari. Purtroppo in tale ambito vi è un esplicito divieto legato all’art. 13 del d.lgs n. 150/2012 che prevede il divieto di aeromobili a controllo remoto per la distribuzione di prodotti fitosanitari.

È vero che sono possibili deroghe in determinate situazioni, rilasciate dalle Regioni o dalle Provincie Autonome, ma la tempistica necessaria per tali richieste non sarebbe comunque compatibile con le situazioni di emergenza. Il Parlamento Europeo, nella risoluzione del 12 febbraio 2019, ha riconosciuto le potenzialità legate all’impiego della tecnologia intelligente e dell’agricoltura di precisione per gestire meglio i prodotti fitosanitari. Per tale motivo, il nuovo Pan, in corso di approvazione, dovrebbe contenere indicazioni per promuovere la sperimentazione dell’uso di droni per la distribuzione dei prodotti fitosanitari nell’ambito della difesa sostenibile, regolamentata, con apposito provvedimento del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministero della Salute e con il Ministero dell’ambiente.

Il regolamento deve essere emanato entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Piano. E mentre le aziende vitivinicole aspettano di poter utilizzare questa tecnologia, in Abruzzo si registra una diffusione della peronospora della vite prossima al 100%, con una severità della malattia che dipenderà, a questo punto, più dall’andamento stagionale che dagli interventi fitosanitari. L’impraticabilità dei campi, infatti, non ha consentito di rispettare i turni dei trattamenti, ed il perdurare delle precipitazioni ha favorito ripetute infezioni sui vigneti. Alcune aziende hanno tentato addirittura di intervenire, in piccoli appezzamenti, con atomizzatori spalleggiati! L’esperienza maturata in questa stagione dovrebbe far riflettere sulla necessità di gestire i vigneti con l’inerbimento, che consentirebbe di rientrare nei campi subito dopo precipitazioni anche di rilevante intensità.

In Abruzzo tale pratica, purtroppo, fatica ancora a diffondersi, soprattutto in aziende a gestione famigliare. È ancora presto per stimare i danni del comparto viti-vinicolo che verranno causati dalla peronospora, tuttavia, le osservazioni fatte in campo e le segnalazioni pervenute da tecnici dei diversi areali viticoli abruzzesi, fanno pensare a perdite quali-quantitative rilevanti. In questo scenario, l’utilizzo dei droni avrebbe consentito di effettuare gli interventi fitosanitari anche in presenza di campi allagati o non praticabili.

Nel frattempo in Francia, nostro principale competitor del settore vitivinicolo, hanno consentito l’impiego di droni in vigneti con pendenza dei terreni superiore al 30% per un periodo di tre anni, tempo necessario per raccogliere dati a supporto di nuovi interventi legislativi.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Potenzialità enormi

Oltre agli interventi fitosanitari i droni potrebbero trovare un valido utilizzo anche nel campo dei monitoraggi fitosanitari in ambito boschivo per individuare, ad esempio, la presenza di Processionaria, Tentrenide, Ifantria, e di altri insetti che provocano forti defogliazioni facilmente individuabili da un sorvolo con il drone. Attualmente il loro uso è limitato al lancio dell’imenottero parassitoide Trichogramma brassicacae nei confronti della piralide del mais. Di notevole interesse potrebbe essere il loro utilizzo per irrorare il Bacillus thuringensis, batterio sporigeno, efficace nel controllo di diversi insetti lepidotteri. I potenziali applicativi, in questo caso, sarebbero davvero enormi in viticoltura, orticoltura, frutticoltura e ambito boschivo. Recente è anche la sperimentazione per la distribuzione con il drone di esche insetticide per il controllo della mosca dell’olivo.

Altro settore di indubbio interesse è quello dei diserbi localizzati, sia in ambito agricolo che extragricolo (ad es. campi da golf o da calcio).

I vantaggi nell’uso dei droni sono numerosi sia per quanto concerne la possibilità di interventi in situazioni estreme sia per per quanto riguarda la precisione degli interventi, con notevole riduzione dell’impatto sull’ambiente. Restano, tuttavia, ancora alcuni limiti del sistema legati alla scarsa capacità di carico dei mezzi ed alla revisione ed autorizzazione all’uso specifico delle etichette dei prodotti.

Difesa della vite: i droni dove sono? - Ultima modifica: 2023-06-06T10:57:39+02:00 da K4

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