«L’agriturismo italiano si conferma attività in crescita, che piace in modo trasversale. 25 mila agriturismi presenti sul nostro territorio sono un numero importante. L’agriturismo è un settore centrale che sostiene l’agricoltura, il lavoro, il territorio, oltre ad avere una utilità sociale. Per questi motivi, il comparto merita nuova attenzione e una nuova legge, anche per avvicinare i giovani a un mondo fortemente burocratizzato.
La legge che norma il settore ha 40 anni, è ormai obsoleta, deve essere rivista. Noi non siamo il figlio minore dell’agricoltura ma siamo un’attività connessa al primario. Chiedo quindi un tavolo tecnico presieduto da persone che realmente conoscono il settore, gli operatori agrituristici, gli agrichef e tutti coloro che lavorano nelle aziende agricole».
Questo il messaggio del presidente di Turismo Verde, Mario Grillo, in occasione l’Assemblea nazionale dell’associazione agrituristica della Cia, svoltasi a Roma, dal titolo: “La nuova programmazione 2023-2027: investiamo sugli agriturismi”.
Agriturismi, più sostegno dalla Pac
Il presidente Grillo ha poi messo l’accento sulla necessità per le aziende agrituristiche, modello di sviluppo delle aree rurali, di avere agevolazioni in termini di sostegno nella Pac: «Da Bruxelles alle aree interne d’Italia servono politiche, strumenti e risorse che consentano davvero di mettere a terra interventi concreti e mirati a valorizzare il ruolo chiave degli agriturismi in ambito sociale, ambientale ed economico. Sicuramente la Pac può fare tanto per gli investimenti strutturali».
Grillo ha quindi invocato risorse adeguate a rafforzare l’offerta agrituristica nella programmazione di sviluppo rurale, avviando progetti integrati alla promozione locale. «In particolare – ha incalzato – occorre portare all’80% gli aiuti del Psr che per gli agriturismi sono fermi al 50% in conto capitale. Strategica la misura per la diversificazione, cui vanno 286 milioni del Piano Strategico della Pac, ma non sufficiente nello stanziamento a incoraggiare le aziende agricole all’attività turistico-ricreativa. La multifunzionalità dell’agriturismo – ha puntualizzato – costa.
Grillo ha inoltre specificato che le risorse utilizzate negli agriturismi «contribuiscono a valorizzare il patrimonio architettonico, artistico e rurale dell’Italia. L’agriturismo è un moltiplicatore del denaro pubblico nelle zone rurali e le strutture sono già parte della transizione green che chiede l’Europa».
Fini: «Più dialogo con Europa e Regioni»
«Dobbiamo tenere accesi i riflettori sui nostri agriturismi, vero pilastro del turismo rurale – ha affermato il presidente di Cia, Cristiano Fini –. Solo continuando a puntare sul loro carattere distintivo che coniuga tradizione e innovazione, sapremo fare emergere tutte le potenzialità delle nostre strutture e creare le condizioni per lo sviluppo del comparto. Parliamo all’Europa, presidiamo i tavoli istituzionali e rafforziamo la nostra voce a livello territoriale nel dialogo con le Regioni».
Agriturismi, il nodo della carenza cronica di personale
Il presidente di Turismo Verde ha infine rimarcato una criticità che affligge storicamente il comparto: la carenza cronica di personale. «Manca la cultura del lavoro – ha concluso – e come Turismo Verde cerchiamo la soluzione nelle scuole e negli istituti professionali, i ragazzi sono il futuro. Per questo continuiamo a investire in formazione. Per il futuro del settore è necessario che l’Europa, il governo italiano e le regioni credano di più negli agriturismi».
La multifunzionalità in numeri
- Oltre 65.000 aziende agricole con attività remunerative connesse
- 6% la loro incidenza sul totale censuario e del 10% sulle imprese economicamente attive
- 38% delle aziende multifunzionali pratica l’agriturismo
Le aziende con attività connesse sono:
- Quattro volte più informatizzate rispetto al totale delle aziende agricole (61,7% vs 15,8%)
- Il doppio più giovani, con capo under 41 rispetto al totale delle aziende agricole
- Ben distribuite con oltre il 50% delle aziende con attività connesse localizzate al Nord e il restante 50% equamente diviso tra Centro e Mezzogiorno.
Agriturismo un settore in salute
- 25.849 aziende agrituristiche nel 2022 (pari al 2,3% delle aziende agricole): +1,8% sul 2021, +5,2% sul 2019 e +23,7% sul 2013
- 1,5 miliardi di euro il valore della produzione nel 2022 pari al 4,4% dell’intero settore agricolo (+30,5% sul 2021, e ritornato ai valori pre covid), supera i 58.000 € in media per azienda
- Circa il 32% degli agriturismi produce almeno una prodotto Dop o Igp.
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Buongiorno mi chiamo Fabio,ho un agriturismo,non ho percepito mai un aiuto a fondo perduto da nessun ente ,il semplice motivo che il denaro è sempre indirizzato verso le zone cosiddette con problemi di sviluppo cioè nelle colline.ma se voi non puntate mai nelle zone di pianura sempre meno aziende riusciranno a sostenersi.il turista di oggi per avvicinarsi a gli agriturismi,e vivere la campagna li cerca in pianura come base di alloggio,per poi fare escursioni,nelle colline.il turista degli agriturismi sono esigenti , vogliono vivere la natura ma con i servizi a portata di mano .il turismo del verde ,vuole ,il market, l’edicola,la posta la banca il bar se serve una lavanderia,a pochi passi dalla struttura senza dover per forza spostarsi in auto.il turista di oggi è avventuriero ,ma al rientro delle scoperte delle colline,vuole i confort.