«Gli agricoltori custodiscono il 55% del paesaggio nazionale, garantendo una costante opera di manutenzione e tutela del territorio, messa però sempre più a rischio dal fatto che nell’ultimo mezzo secolo è scomparsa una superficie agricola pari a 12 milioni di campi da calcio». E’ quanto afferma Coldiretti in occasione della Giornata nazionale del paesaggio, che si celebra il 14 marzo.
Cementificazione e abbandono tra le principali insidie
«Il paesaggio - prosegue Coldiretti - è una risorsa economica, ambientale e turistica del Paese, sulla quale pesano però gli effetti della cementificazione e dell’abbandono, che hanno progressivamente indebolito la presenza degli agricoltori sul territorio. Basti dire che nel 1970 la superficie agricola totale rappresentava l’83% del territorio nazionale».
Agricoltore custode dell’ambiente e del territorio, per legge
Le critiche alla Ue
L'organizzazione agricola critica pesantemente anche recenti provvedimenti dell'Unione europea. «Agli effetti dell’erosione del suolo agricolo - argomenta ancora Coldiretti - si aggiungono le follie Ue come la direttiva sul Ripristino della natura, una legge senza logica che andrà a diminuire ulteriormente la produzione agroalimentare, mettendo in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale. Al contrario, occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio».
Tutela della biodiversità
«Gli agricoltori - conclude Coldiretti - rappresentano peraltro anche un argine alla perdita di biodiversità, in una situazione in cui dalle 8.000 varietà di frutta presenti lungo la Penisola si è scesi a poco meno di 2.000 e, di queste, ben 1.500 sono considerate in pericolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale, che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Lo dimostrano i Sigilli di Campagna Amica, la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata nel Belpaese, che ha consentito nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attive in tutte le Regioni, realtà che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione».