La prima bozza del Dl Agricoltura conteneva tra le varie misure anche l'entrata in funzione del Registro telematico dei cereali, chiesto a gran voce soprattutto dai produttori di grano duro pugliesi, penalizzati dall'incremento delle importazioni di frumento dal Mar Nero. Ma nella versione definitiva approvata dal Consiglio dei ministri la parte relativa a "Granaio Italia" è sparita.
Cia: sorpresa e sconcerto
«Siamo sorpresi e sconcertati per l'ennesimo rinvio di Granaio Italia che rappresenta la vera urgenza per la salvaguardia della sovranità alimentare» commenta il presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale Gennaro Sicolo. «C’è ancora qualche oscura organizzazione agricola o industriale o politica che rema contro e vorrebbe procrastinare l’avvio del Registro telematico dei cereali e l’attivazione di Granaio Italia?» si chiede sarcasticamente.
«Proprio quando l’attivazione di Granaio Italia sembrava finalmente vicina, non vorremmo che qualcuno voglia far slittare tale importante provvedimento – precisa Sicolo –. Chi punta su una proroga deve essere consapevole che sta agendo contro i cerealicoltori e i consumatori. Basta rinvii o ripensamenti rispetto a quanto già concordato nei tempi e nelle sedi opportune».
Ignorate le proteste degli agricoltori
«Migliaia di agricoltori, nelle scorse settimane, sono scesi in piazza in Italia e in tutta Europa – fa notare Sicolo –. Gli agricoltori italiani hanno chiesto l’immediata attivazione di Granaio Italia. L’attesa e le aspettative di quegli agricoltori che si sono mobilitati, promuovendo una petizione popolare condivisa da tanti firmatari e che hanno visto l'adesione delle amministrazioni comunali e di rappresentanti istituzionali ad ogni livello, non vanno tradite».